[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=ntv-Cm2Qg-M&feature=youtu.be[/youtube]
La Polizia Giudiziaria ha arrestato i tre scafisti egiziani responsabili dello sbarco di ieri a Pozzallo, che dovranno rispondere anche del reato di sequestro di persona in quanto hanno tenuto a bordo del peschereccio per ben 6 giorni senza possibilità di tornare indietro, così come da loro richiesto, fino a quando non avrebbero riempito del numero dei migranti sperato il natante.
I migranti giunti ieri erano 435, di cui 115 uomini, 56 donne e 264 minori, di dichiarata nazionalità siriana ed egiziana.
Così la Squadra Mobile ricostruisce i fatti:
“Conoscendo i numeri dei migranti egiziani a bordo e le prime interviste fatte dal personale della Marina, gli uomini della Polizia Giudiziaria erano già al corrente che l’imbarcazione era partita dalle coste egiziane e che di sicuro l’equipaggio di scafisti era composto da cittadini di quella nazionalità. Per esigenze di Ordine Pubblico stabilite dal Questore di Ragusa i migranti siriani dovevano essere trasferiti subito in Contrada Cifali a Ragusa, motivo per cui per primi venivano fatti scendere i nuclei familiari siriani.
L’occasione è stata ghiotta per gli scafisti che hanno tentato in tutti modi di fingersi siriani ed andare con loro per poi tentare di fuggire ma gli investigatori sono stati molto più abili anche grazie al pianto disperato di un bambino.
Proprio il comandante del peschereccio, ovvero dell’equipaggio di scafisti, ha minacciato un giovane siriano padre di un bambino di poco più di un anno di dargli il figlio per potersi così mischiare tra loro. Il padre intimorito ha dato il figlio allo scafista ma il comandante non aveva fatto i conti con il neonato che iniziava a piangere in modo disperato attirando l’attenzione dei Poliziotti. Uno degli Agenti avvicinandosi al bambino notava che non vi era una somiglianza tra padre e figlio e quindi considerato il pianto, grazie ad un interprete della Polizia Giudiziaria, veniva chiesto se il minore avesse bisogno di cure mediche. È stato in quel momento che lo scafista si è tradito con un semplice “no grazie” dal quale l’interprete ha capito subito che non fosse siriano segnalandolo agli investigatori. Immediata la reazione del padre che riprendeva il figlio in braccio e spiegava l’accaduto consentendo così agli Agenti di catturare subito lo scafista e separarlo dagli altri portandolo a bordo di un’auto di servizio negli uffici di Polizia presso il C.P.S.A.
Grazie alla costanza ed all’esperienza maturata sul campo dalla Polizia, è stato possibile appurare anche le responsabilità degli altri due egiziani componenti dell’equipaggio responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Uno dei due correi ha finto di essere minore ma sottoposto ad esami radiografici presso l’ospedale di Modica è stato smentito dai medici che hanno appurato l’età approssimativa di 20 anni.
Anche in questo caso i testimoni sono stati fondamentali, hanno raccontato di violenze durante la permanenza nei centri di reclutamento in Egitto per poter partire per il viaggio da intraprendere per l’Italia.
Al termine delle indagini durante 20 ore gli investigatori hanno appurato che in questo caso i migranti sono partiti tutti dalle coste egiziane e che l’organizzazione composta da cittadini egiziani e forse siriani ha incassato più di un milione di dollari”.