Sbarco a Pozzallo: arrestati sei scafisti

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Risponderanno anche di sequestro di persona i sei scafisti arrestati dalla Squadra Mobile di Ragusa, accusati di aver tenuto per oltre 5 giorni nella stiva 200 siriani con numerosi neonati e minori sfamati a pane e acqua.

La Polizia di Stato di Ragusa – Squadra Mobile – in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, la Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza e la Compagnia Carabinieri di Modica, ha eseguito il fermo degli egiziani LOTFI Ahmed, JAMAL Ahmed, HAMEDA Mouhamed, HEMDAN Mouhamed, MENSI Mouhamed e HASSAN GHALI HAMEDA Ali, individuati quali scafisti dello sbarco avvenuto ieri a Pozzallo.
L’aggravante del sequestro di persona discende dalle testimonianze dei migranti siriani, che sarebbero stati costretti ad attendere per oltre cinque giorni nella stiva che la barca – un fatiscente peschereccio di legno – si riempisse, senza poter mai uscire nonostante tutti volessero interrompere il viaggio e tornare indietro sulla terra ferma.

È stata poi la nave “Luigi Dattilo” della Capitaneria di Porto a rintracciare e recuperare a largo della coste libiche due gommoni di circa nove metri e il giorno successivo un altro gommone ed un peschereccio di 15 metri, salvando complessivamente 526 persone, molti dei quali minori e tanti neonati.

Gli uomini della Squadra Mobile della Polizia di Stato, la Guardia di Finanza ed i Carabinieri in questa occasione hanno dovuto quadruplicare le forze. Infatti, seppur si sia trattato di un unico sbarco, gli investigatori hanno dovuto fare i conti con i potenziali scafisti delle 4 imbarcazioni soccorse.
La Squadra Mobile, sfruttando anche la rabbia che in questo caso era ancora viva nei migranti, è riuscita quasi subito a far rompere loro il silenzio. I cittadini siriani erano furiosi con gli scafisti, non avevano accettato il fatto che nonostante le continue richieste di scendere a terra gli scafisti egiziani li avessero obbligati a permanere a bordo fino a quando il “carico umano” non fosse arrivato al numero sperato.
Come nel caso del video del giovane siriano, anche in questo caso i testimoni sono stati fondamentali, hanno raccontato di violenze durante il viaggio nei confronti dei numerosi minori egiziani senza alcun motivo.

Stante quanto raccontato dai cittadini siriani, il viaggio ha fruttato agli scafisti quasi 500.000 euro.