Ma le “larghe intese”, oltre che in politica, possono essere sperimentate anche in campo religioso?
L’interrogativo non vuole essere certamente blasfemo. Vuole, soltanto, esplorare un ambito fideistico a favore di quella popolazione che è stata sedotta e, quindi, abbandonata da una classe politica incapace di difenderne i legittimi interessi. Ci riferiamo a quella zona della Sicilia sud orientale che, fino a poco tempo fa, era denominata “comprensorio di Modica” e che abbracciava i territori di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo, teoricamente pronta a costituire un Libero Consorzio del Val di Noto.
Da qualche mese a questa parte, infatti, questa fetta di Sicilia sembra essere vittima di una sorta di saccheggio: ha visto scomparire istituzioni come il Tribunale e il carcere di Modica,senza che qualcuno alzasse la voce; aspetta che vengano aperti i cantieri del tratto di autostrada Rosolini-Ispica-Pozzallo-Modica; è costretta ad affrontare l’emergenza umanitaria dell’accoglienza degli immigrati a Pozzallo con strutture inadeguate e facendo leva sui sacrifici di personale (sanitari, volontari e forze dell’ordine) assolutamente insufficiente per gestire una situazione che si aggrava di giorno in giorno.
A tutto ciò si aggiunge il pericolo concreto di una stagione estiva che rischia di essere fallimentare per le spiagge di Sampieri, Marina di Modica e Pozzallo a causa di una nuova inchiesta sulla salubrità delle acque di questo litorale. Ben venga l’intervento della magistratura di Ragusa. Ma, come mai proprio alla vigilia dell’estate dopo un inverno passato ad effettuare traslochi dal Palazzo di giustizia di Modica a quello di Ragusa e ad indagare su un Comitato che vuole solo difendere il Tribunale modicano finito sotto i colpi di mannaia inferti alla cieca da Roma? Non sarebbe stato più utile effettuare le indagini di natura ambientale qualche mese fa, proprio su quella stessa parte del litorale di Sampieri che era stato già passato al setaccio da un’altra inchiesta della Procura di Modica? Molti dicono di conoscere i responsabili del misterioso inquinamento. Se è così, perché non si denunciano? E perché non estendere le ricerche di possibili cause anche – per esempio – verso Marina di Ragusa (dove esiste un porto molto frequentato), magari solo per smentire chi insinua sospetti di accanimento verso una parte del territorio ibleo?
Tutte cose che si potrebbero fare durante l’inverno in modo da far trovare ai turisti le migliori condizioni di fruibilità di “tutto” lo splendido litorale ibleo, e non di una parte soltanto.
Questioni gravi e serie, come è facile intuire. Sulle quali non si sentono intervenire uomini delle istituzioni e rappresentanti politici chiamati a difendere gli interessi (naturalmente solo quelli legittimi) della gente che ha dato loro fiducia, segnando con una “croce” un simbolo di partito o scrivendo un nome sulla scheda elettorale.
E, allora, perdute le speranze terrene, ecco che il popolo si rivolge ai Santi. E qui dovrebbero entrare in gioco San Corrado per Noto (a difesa del Consorzio del Val di Noto); San Giovanni per Pozzallo; la Madonna del Carmelo per Ispica; la Vergine delle Milizie e San Guglielmo per Scicli. E, infine, per Modica (che sembra avere le maggiori difficoltà non superabili con le sfilate di cavalli, calessi e carrettini) potrebbero scendere in campo la Madonna delle Grazie, San Giorgio e San Pietro. Saremmo in presenza, insomma, di larghe intese fideistiche. E, se non bastassero, le intese potrebbero diventare “larghissime”, coinvolgendo anche San Biagio per Comiso e San Giovanni Battista, patrono di Vittoria.
E il Battista di Ragusa, dall’alto della Sua magnanimità, non si dovrebbe opporre a questa “Santa alleanza” per il bene di tanta gente che porta anche il Suo nome.