Vittoria, Comiso, Modica, Pozzallo e Ragusa. 5 comuni, un’unica emergenza: l’immigrazione. Sindaci, assessori e presidenti dei Consigli Comunali si sono riuniti questa mattina nei locali della Parrocchia Spirito Santo di Vittoria di Don Beniamino Sacco su invito del presidente del civico consesso di Vittoria, Salvatore Di Falco, per parlare del modo in cui le comunità iblee stiano vivendo la fase di accoglienza, alla quale non sempre segue quella dell’integrazione. “L’ingigantirsi del fenomeno migratorio sta sollevando nella popolazione delle forti perplessità che a volte sconfinano in forme di protesta forse eccessive – ha dichiarato Di falco – perché ai problemi di natura economica si aggiungono quelli di natura sociale e sanitaria e si sta arrivando al punto che sono le persone del posto a chiedere di poter avere riconosciuti gli stessi diritti degli immigrati. Sono preoccupato da questo malessere collettivo e temo che, alla lunga, possa essere cavalcato dalla parte xenofoba della politica . E’ importante quindi – ha concluso Di Falco – confrontarsi e avviare delle iniziative affinchè la nostra cultura, da sempre votata all’accoglienza, non cambi volto”.
I rappresentanti istituzionali presenti hanno denunciato le difficoltà che derivano dal dover gestire ogni giorno un numero crescente di immigrati cercando di non toccare, missione quasi impossibile, le esangui casse comunali. Il vero problema, ormai è chiaro, sono i numeri. Ci sono dei limiti oggettivi e non si può chiedere alle comunità locali di accogliere e integrare all’infinito anche perché negli ultimi anni è aumentato vertiginosamente anche il numero dei cittadini del posto senza lavoro, senza una casa, senza il necessario per la sopravvivenza.
Don Beniamino Sacco sembra esserne perfettamente consapevole e, a partire dalla fine di maggio, avvierà un’importante iniziativa destinata proprio agli indigenti locali.
“Alcuni si sono lamentati del fatto che offro da mangiare agli immigrati senza pensare ai ragusani e questa cosa mi ha spiazzato. Ho così deciso di destinare il 10% di quello che ci viene dato per gli immigrati alle famiglie bisognose locali. Guerre tra i poveri non se ne possono fare, daremo dei buoni spesa e spero che saremo un esempio da seguire per le altre realtà di accoglienza della provincia in modo da arrivare a tante famiglie. Chiaramente tutto sarà proporzionato ai soldi che la Prefettura ci manderà e se si pensa che a fronte di 300.000 euro spesi in un anno ce ne sono arrivati 5.000 si capisce quanto possa esser difficile far quadrare i bilanci”.
130 sono, attualmente, gli ospiti della comunità “Il buon Samaritano” di Padre Beniamino ma 950 sono le famiglie che ogni mese arrivano qui per cercare da mangiare. “Quando, 25 anni fa, ho iniziato – ricorda il sacerdote – i miei parrocchiani mi hanno messo davanti un aut aut: o noi o loro (cioè gli immigrati). Ho scelto i più bisognosi ma i miei parrocchiani non sono andati via e, al contrario, sono stati quelli sui quali ho potuto contare di più. Di contro ho trovato il vuoto a livello istituzionale, tanti proclami ma pochi fatti. Ultimi in ordine di tempo quelli del Presidente della Regione Crocetta che da due anni cerco, inutilmente, di incontrare”.
Don Beniamino non ha paura che incontri come quelli di oggi si risolvano in chiacchiere sterili? Ovviamente si ma se il Presidente del Consiglio Comunale di Vittoria ha avvertito l’esigenza di convocarlo è perché c’è la voglia di affrontare seriamente un problema grave che riguarda tutta la provincia.
Negli anni come ha visto cambiare il fenomeno migratorio e il modo delle persone del posto di approcciarsi ad esso?
Sono 12.000 gli immigrati solo a Vittoria con tutti i problemi e i disordini che ne conseguono perché c’è una certa tolleranza ma rimane tale, non diventa integrazione e anzi c’è un certo malessere per questo bivaccare di molti immigrati per le strade. Non hanno lavoro, sporcano, vivono una situazione di disagio e lo provocano. Nei vittoriesi la sopportazione è diventata fastidio e prima o poi esplode. Adesso c’è anche la preoccupazione legata all’emergenza sanitaria ma, per esperienza, posso dire che è in parte immotivata. Da 25 anni noi siamo in mezzo agli immigrati, non abbiamo usato particolari precauzioni e non è successo nulla. Certo, l’ASP deve essere presente ma attenti alle fobie e alle psicosi.
A giugno la attende l’inizio di una nuova avventura…
L’anno scorso abbiamo acquistato la struttura sulla Vittoria-Acate che per anni ha ospitato la comunità di Don Pierino Gelmini. Non sappiamo ancora esattamente come la utilizzeremo ma di certo vi allestiremo un centro di formazione per giovani disagiati e il mese prossimo la inaugureremo. E’ costata 150.000 euro, in qualche modo la pagheremo. L’importante è offrire una prospettiva futura a chi non ce l’ha.