Diciamolo subito.
IL SIULP DI RAGUSA HA DECISO CHE NON PARTECIPERA’ OGGI ALLA FESTA DELLA POLIZIA.
Non perché non crede nella celebrazione della Polizia di Stato, delle sue donne e dei suoi uomini.
Non perché non pensa che sia giusto festeggiare insieme alla gente il lavoro che quotidianamente tutti svolgiamo con grande passione.
Non perché non vuole che i colleghi vengano premiati platealmente con i meritati riconoscimenti che si sono guadagnati con il sudore della fronte e spesso a rischio della propria incolumità.
Non parteciperà alla Festa proprio perché il Siulp crede FERMAMENTE nelle cose appena elencate.
Può sembrare retorico o banale, ma noi non ci sentiamo nello stato d’animo di festeggiare.
Come Polizia che opera in questa parte della Sicilia, ci sentiamo davvero abbandonati a noi stessi, lasciati soli da tutti, Europa compresa, nel gestire l’incredibile dramma dell’immigrazione, senza risorse economiche, con pochi uomini e giornalmente esposti al rischio contagio di tutte le malattie delle quali gli immigranti sono spesso affetti.
Per il nostro grande impegno però, un premio ci viene riconosciuto: le “minacce” non ancora del tutto bandite, che hanno preannunciato la chiusura di presidi come la Polizia Postale di Ragusa e la Polizia Stradale di Vittoria.
Se ci impegneremo ancor di più durante i mesi a venire, magari il prossimo anno chiuderanno anche i Commissariati di Comiso, Modica e Vittoria o la stessa Questura. Possiamo farcela!
Questi regali arrivano da quelle istituzioni che nella festa della Polizia si riempiono la bocca di parolone e complimentoni, ma che poi “nei fatti” fanno poco o nulla per migliorare la nostra condizione lavorativa e anche umana.
In più la famigerata “spending review”, che nel comparto sicurezza/difesa sembra valere solo per noi, ha confinato la festa all’interno delle nostre stesse mura o a malapena “davanti la porta” trasformandola in una festa che con lo slogan “vicini alla gente” ha poco o nulla a che fare.
Una festa autocelebrativa che molti colleghi tra cui quelli comandati di servizio “a festeggiare”, non sentono loro.
Il tutto mentre ancora abbiamo negli occhi e nel cuore, la triste immagine di un demente che, con indosso una maglia che inneggiava all’assassino dell’indimenticato Filippo Raciti, si faceva beffa delle istituzioni, del nostro lavoro e della nostra dignità. Della nostra stessa vita.
No, quest’anno non vediamo nulla di cui essere felici.
Non abbiamo alcuna voglia di festeggiare.
Per la Segreteria Provinciale
Il Segretario Generale Provinciale Ragusa
Flavio FARO