L’hanno chiamata “la rivolta delle mamme di Modica”: e così la città è finita nuovamente sulle reti nazionali con quello che alcuni commentatori da social network hanno definito “il peggiore spot pubblicitario che si potesse fare, buono solo a vanificare gli sforzi di tanti imprenditori in vista della stagione estiva”. Alle 16.20 di ieri pomeriggio, le telecamere de “La vita in diretta” si sono collegate con piazza Matteotti: mentre in studio i giornalisti Franco Di Mare, Carlo Puca e Antonella Boralevi hanno commentato il caso dei famigerati autobus utilizzati sia per il trasporto dei migranti che per il trasporto dei bambini, nell’agorà cittadina l’inviata Mariagrazia Sarrocco ha raccolto le testimonianza dei genitori allarmati. “Non manderemo i nostri figli sui pullman, il rischio che possano contrarre malattie è troppo alto”, hanno ribadito le mamme ai microfoni nazionali, spiegando di essere spaventate dal fatto che gli autobus non vengano disinfettati correttamente prima del loro riutilizzo dopo il trasferimento dei migranti da Pozzallo al centro d’accoglienza di contrada Cifali a Comiso o alle altre destinazioni. Nel corso del collegamento è stato sentito anche il titolare della ditta che effettua i trasporti, Luigi Abbate, il quale ha assicurato che la sua ditta da aprile non svolge più il servizio in accordo con la Prefettura e che comunque i suoi mezzi sono stati sempre disinfettati. La stessa Prefettura è intervenuta con una nota, chiarendo che l’impresa è tenuta ad autocertificare la sicurezza, anche igienica, dei bus. “Ma sull’autocertificazione dei mezzi – ha incalzato una delle ospiti – abbiamo molte perplessità. Invito tutte le mamme ad andare a verificare personalmente che questa disinfettazione sia realmente fatta”. Come detto, la trasmissione ha suscitato un vespaio di commenti sui social network, soprattutto da parte di chi considera questa la questione una psicosi inopportuna. E intanto qualche genitore ne ha approfittato per lanciare una piccola nuova moda: un “selfie” mentre accompagna a scuola i propri figli, “accettando anche il trasporto sui pullman dei fratelli migranti”.
[Fonte: La Sicilia]