Maggioranza contro maggioranza. Garaffa nel mirino di Caruso

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andrea caruso

C’è odore di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio comunale Roberto Garaffa nella bagarre esplosa in aula ieri pomeriggio, in apertura dei lavori, non tra maggioranza e opposizione, bensì tra maggioranza e maggioranza. Una sorta di strascico della seduta sui liberi Consorzi, quando i consiglieri che sostengono il sindaco Ignazio Abbate avevano sottoposto “a processo” il presidente del consesso, “reo” in quel caso di aver partecipato al Comitato dei sindaci e dei presidenti del Consiglio convocato al Comune di Ragusa. Stavolta i consiglieri di maggioranza hanno nuovamente puntato il mirino su Garaffa, dopo la nota divulgata nei giorni scorsi dalla Consulta dei presidenti del Consiglio contro la soppressione di sei membri della Polizia stradale di Vittoria e due della Polizia postale di Ragusa. “Il presidente – ha dichiarato il capogruppo di “Fare Modica” Andrea Caruso – continua a partecipare a queste riunioni senza il mandato dell’aula. Ci chiediamo a che titolo e perchè lo faccia. Peraltro, come in questo caso, non solo ritenendo di andare e presenziare senza  nemmeno informarci, ma di conseguenza senza tenere conto di quello che sarebbe eventualmente il nostro indirizzo politico, giacchè, la Consulta è un organo con una valenza politica”. “È una cosa che non possiamo tollerare – ha aggiunto il consigliere dello stesso gruppo Piero Armenia -. Pretendiamo di essere informati anche perchè è incredibile che il presidente Garaffa vada lì a sostenere le questioni che riguardano i cittadini di Ragusa e di Vittoria, senza ricordarsi di sollecitare la stessa attenzione sulle battaglie che noi conduciamo da mesi, come quella per il Tribunale e quella per il Carcere”. “Nel ricordare che il comitato per il Tribunale è nato subito dopo una seduta aperta del Consiglio comunale – ha replicato il presidente Garaffa – e che su questo fronte la mia presenza è stata assidua e costante, ribadisco che la Consulta ha solo l’esigenza di mettere insieme i presidenti su ragionamenti che riguardano le problematiche del territorio, pur senza alcuna pretesa di prendere decisioni. Anzi, abbiamo l’obbligo, in presenza di eventuali deliberazioni da assumere, di sottoporle ai rispettivi Consigli, che restano sovrani. Solleciterò in ogni caso, com’era nelle mie intenzioni, che l’interesse sollevato con quel primo documento venga a coinvolgere man mano le esigenze di tutte le città che partecipano”. Il ruolo di difensore del presidente Garaffa è toccato, paradossalmente, al consigliere di Sel Vito D’Antona: “Non è vero quello che sostengono i consiglieri di maggioranza, che sono a quanto pare i veri avversari di questo presidente. Se lo hanno votato, infatti, dovrebbero ritenere di potersi fidare che sia nelle condizioni di svolgere questo incarico e rappresentare il Consiglio in tutte le sedi. Del resto noi stessi non ci consultiamo ogni giorno con i nostri elettori, ma per lo più riteniamo discrezionalmente quali posizioni assumere”. Se il dibattito in aula si è chiuso sostanzialmente “senza feriti”, c’è da attendersi che questa battaglia intestina continuerà nella sede delle prossime riunioni di maggioranza.

[Fonte: La Sicilia]