Bisacquino, Malfa, Mandanici, Prizzi. In tutto 27 i sindaci che, a sentire la polemica divampata nell’arco di un pomeriggio prefestivo, potrebbero rimanere in carica. Tutti gli altri dovrebbero dimettersi, seguendo la logica di alcuni consiglieri di opposizione. Ben 363 primi cittadini con le relative giunte (i Comuni siciliani sono infatti 390) dovrebbero appendere la fascia al chiodo per manifesta incapacità.
Ma veniamo ai fatti. Un primo comunicato in tarda mattinata, poi altri nel pomeriggio tutti con lo stesso slogan: l’amministrazione pentastellata non ha prodotto i documenti a Palermo per i cantieri di servizio, ci ha pensato soltanto oggi, ha preso in giro gli indigenti e la città. Quasi passati da uno stesso coordinatore mediatico, ripetono in loop le medesime frasi. Con variazioni, per carità. Il consigliere Sonia Migliore scrive: “Da due giorni in 57 Comuni siciliani (Giarratana è uno di questi) i cantieri di servizio sono una realtà”. Due errori da matita blu. Il primo, non sono 57 ma 27 i Comuni che hanno già presentato la documentazione. Il secondo, non c’è alcuna realtà in atto, perché i cantieri di servizio non sono partiti ancora da nessuna parte. Il motivo? Sono gli stessi sindaci “virtuosi”, quei 27, a spiegarlo. Il sindaco di Giarratana, Bartolomeo Giacquinta, assicura che si è trattato di un “iter farraginoso, complicato”. E questo per appena un cantiere presentato. Per città più grandi (Ragusa ne aveva presentati 13) la situazione non dev’essere stata semplice. La media di cantieri approvata nelle 27 città della “lista” è di appena due: non occorre lunga esperienza amministrativa per comprendere che i tempi di adeguamento alle quotidiane e contrastanti direttive di Palermo sono assai più lunghi. E così nessuno dei Comuni capoluogo dell’Isola figura nella “lista dei 27”: non c’è la Palermo di Leoluca Orlando, la Catania del democratico Enzo Bianco. Per citare solo due primi cittadini di grande esperienza amministrativa. In provincia di Ragusa non ci sono Comiso (a guida Pd) né Modica, nè nessun altro comune eccezion fatta per Giarratana.
L’accusa di alcuni consiglieri di opposizione è di aver “giocato con i bisogni della gente”, ma nei fatti poi la questione si è “sgonfiata” così com’era nata, andandosi a catalogare come guerra sui poveri a suon di comunicato. Maggioranza e opposizione? Se ci siete battete un colpo, verrebbe da dire. Il comunicato di Palazzo dell’Aquila che spiega in maniera chiara tutto l’iter e indica in modo evidente come la Regione abbia creato un percorso ad ostacoli per i Comuni, è arrivato soltanto quattro minuti prima delle 20. Ancora meglio hanno fatto i consiglieri grillini, ci hanno pensato alle dieci di sera. Stringi stringi, partiranno questi cantieri? A sentire l’assessore regionale di turno è tutto pronto, si parte già domani (lo ripetono da mesi). La realtà, basta fare un giro per i 390 comuni dell’Isola, è però ben diversa. Forse nei prossimi giorni partiranno 700 unità dei 27 piccoli comuni citati nella lista. Per le altre 19.300 unità che attendono questo aiuto (bastava guardare la proporzione per evitare interventi di confusione di massa) non c’è una data certa.
Come nelle favole di Esopo, anche qui c’è un “O mythos deloi oti”: nell’era del 2.0 non occorre che una notizia sia vera, l’importante è che arrivi prima.