Si è avviato tra numerose presenze, ma anche tra pesanti assenze, il dibattito pubblico sul tema dei Liberi Consorzi, con la lunghissima seduta di ieri sera del Consiglio comunale aperto. Se c’era, infatti, qualche amministratore e consigliere dei Comuni della zona sud della provincia di Siracusa e i rappresentanti di Ascom e Cna, va detto che non c’erano nè gli amministratori dei Comuni del comprensorio modicano, nè i rappresentanti della deputazione regionale e nazionale che proprio a questo comprensorio non mancano (ma che hanno mandato delle note per scusarsi della loro assenza), nè i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Introdurre il dibattito è toccato, com’era naturale che fosse al sindaco Ignazio Abbate: “È il momento per iniziare un dibattito, con chi ha un ruolo attivo all’interno della città, sulla possibilità di sfruttare appieno la nuova legge regionale, che lascia intatti i nove liberi consorzi derivanti dalle vecchie province, ma solo come traccia di geografia territoriale, e dà ai Comuni modo di riorganizzarsi”. Abbate ha illustrato l’esito delle prime consultazioni nel contesto del Val di Noto, riguardo alla proposta di dar vita ad una nuova aggregazione partendo, anzichè dai confini della vecchia provincia di Ragusa, da quelli della Diocesi di Noto: “Ho svolto queste consultazioni sulla base del mandato ricevuto dalla città: in campagna elettorale avevamo già preso una posizione chiara in questa direzione. Ho convocato quindi i rappresentati dei Comuni che potrebbero aderire ed è emersa la disponibilità del maggior numero di essi: questa nuova configurazione ci darebbe infatti delle nuove possibilità di stretta collaborazione in termini di programmazione del territorio, soprattutto in chiave turistica ed economica. Dobbiamo prendere infatti la parte buona di questa legge, che pure ha tanti limiti, e dare finalmente attualità all’organizzazione del territorio, dando anche ai cittadini attraverso il referendum la possibilità di scegliere: mettiamoci in gioco e cambiamo la storia”. Il sindaco Abbate è stato al dir poco categorico sulla propria posizione: “La mia idea è che Modica guardi in modo naturale a quest’area. Se uno sforzo si deve fare, si deve fare per far nascere qualcosa si nuovo. È impensabile partire dall’attuale provincia di Ragusa per annettere altri Comuni (sarebbe questa la proposta del sindaco di Ragusa, con cui concordano quelli di Pozzallo e Ispica, ndr), ma è invece necessario avviare un percorso condiviso e di complessiva riorganizzazione. Allo stesso modo è da escludere la riunificazione delle aree delle province di Ragusa e Siracusa: non penso affatto che bisogna competere con le città metropolitane, replicandone il caos e le difficoltà di programmazione. Il sottoscritto – ha concluso Abbate – non ha l’ambizione di diventare a tutti i costi il sindaco del Comune capofila: la mia idea è piuttosto quella di un territorio con funzioni integrate, invertendo la rotta degli accentramenti e dello smantellamento, come quello che proprio Modica ha subito in questi ultimi tempi. La decisione ultima starà ai cittadini, ma possiamo essere certi di avere pieno mandato ad andare in questa direzione: è quello di cui può essere certo chi come me sta in mezzo alla gente e ne ascolta le volontà”.
[Fonte: La Sicilia]