Quando si dice il destino scritto nel proprio nome. O meglio nel proprio
cognome. E’ il caso del traguardo da record per una coppia di Modica sposati da
67 anni. Lui fa di nome Giorgio e di cognome Amore. Ha 94 anni, muratore in
pensione, alle prese con gli inevitabili acciacchi dell’età ma sempre lucido.
E’ stato appunto l’Amore, quello con la A maiuscola, a caratterizzare la vita
assieme alla moglie. Lei, Margherita Candiano, 88 anni, casalinga, lo accudisce
ancora oggi come se fosse il primo giorno della loro vita assieme. Giorgio e
Margherita festeggeranno domani, sabato 26 aprile 2014, attorniati dall’affetto
di parenti (una figlia, quattro nipoti e sei pronipoti) ed amici, questo
speciale anniversario. Ricordando anche quando, nel 1947, si unirono in
matrimonio nella chiesa di San Paolo. Residenti in una traversa di via Tirella,
Giorgio Amore e Margherita Candiano cercano di portare il loro ménage familiare
ad esempio per i tanti giovani che, di questi tempi, vivono il matrimonio più
come un fastidio che come una risorsa. Hanno sempre affrontato la vita insieme
nel pieno rispetto reciproco, dimostrando di avere la massima consapevolezza
del tempo trascorso l’uno accanto all’altra. “Godiamo di discreta salute –
dicono – e, soprattutto, siamo uniti e felici come non mai anche se la nostra
vita è stata costellata di gioie e dolori, come quella di tutti. Come ci siamo
conosciuti? E’ accaduto tanto tempo fa. Eravamo giovani, molto giovani. Ma
possiamo senz’altro dire che, nonostante le convenzioni di quei tempi, il
nostro è stato un matrimonio d’amore, non foss’altro per il cognome che poi
avrebbe accompagnato la nostra vita, Amore appunto”. I due, sette anni fa, in
occasione del sessantesimo anniversario, avevano ricevuto una targa dal sindaco
del tempo per le nozze di diamante. “E’ stato un momento felice – dicono – che
ci ha riempito di gioia e di emozione. Ma l’emozione più grande è di potere
avere vicino tutti i nostri cari in una giornata così speciale”. Giorgio Amore,
di stanza in Sardegna in occasione della Seconda guerra mondiale, è stato anche
immigrato in Venezuela dove ha sempre esercitato il proprio mestiere con grande
capacità operativa, tanto da meritarsi l’appellativo di “mastro”, conquistato
sul campo. La moglie, Margherita, invece, ha sempre curato con la massima
attenzione il focolare domestico prendendosi cura dei figli (uno, purtroppo, è
scomparso nel 1988 in seguito ad un incidente stradale) e dei quattro nipoti.