Fondi ex Insicem, Pmi Ragusa: “Il fallimento della classe politica”

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Socrate era consapevole come la politica fosse divenuta, in mano all’arte sofista, il terreno degli incompetenti, troppo spesso degli imbroglioni capaci, però, di apparire sapienti e competenti in ogni aspetto della cultura. Egli sosteneva che ogni uomo deve occuparsi di ciò di cui ha competenza e conoscenza, senza travalicare in ambiti a lui sconosciuti e senza avere la presunzione di sapere tutto. In questo modo gli uomini saranno come delle tessere che insieme formeranno e completeranno quel grande mosaico che costituisce una società democratica, in cui si riconosce l’esigenza di far nascere una polis che favorisca il valorizzare di ognuno. Solo da uomini politici saggi e capaci di critica può nascere uno Stato in cui etica e politica non entrano in conflitto, ma diventano fattori inscindibili, elementi osmotici”: il presidente provinciale di pmiRagusa Roberto Biscotto richiama questo pensiero di Socrate di ben 2500 anni fa per commentare quanto accaduto con i fondi ex Insicem alla luce della pubblicazione, lo scorso 13 aprile all’albo pretorio della Provincia e della Camera di Commercio, delle graduatorie delle imprese ammissibili al finanziamento.

Alla fine la montagna ha partorito il topolino –  prosegue Biscotto -. Le grandi aspettative che le imprese e il tessuto economico della provincia di Ragusa avevano riguardo tali fondi non solo sono state tradite ma calpestate da una gestione che dire fallimentare è poco. Eppure più volte avevamo lanciato l’allarme ed avevamo denunciato un bando poco trasparente e accessibile; siamo stati attaccati da un’altra associazione di categoria perché avremmo detto cose non vere e addirittura denunciati all’autorità giudiziaria da un ex funzionario che si è sentito offeso dalle nostre dichiarazioni. Di fronte a tutto questo ci saremmo aspettati un risultato sufficiente a smentire le nostre preoccupazioni. Ed invece i numeri, impietosamente, danno la loro sentenza: su 167 pratiche in tutto presentate, 31 sono state ammesse con riserva, 13 non sono state ammesse e solo 3 hanno superato l’esame. Quindi in tutto sono state esaminate 47 richieste; e le altre 120 che fine hanno fatto? Chiediamo quale sia stato il modus operandi dell’organismo di garanzia e quale trasparenza sia stata adottata nella valutazione delle singole pratiche. E’ possibile che ci troviamo di fronte ad un tessuto economico che non ha i requisiti per potere accedere a questi fondi disponibili dal 2004? Oppure era il bando che non funzionava, come abbiamo da sempre sostenuto? E’ dal 2010 che non ci stanchiamo di ripetere che il bando, per come è stato impostato, avrebbe rischiato di non raggiungere gli obiettivi prefissati. Che tale bando risultava abbastanza difficoltoso per le imprese per la mancanza di trasparenza nell’iter procedurale di assegnazione dei fondi. A tal proposito, nell’ottobre del 2012, avevamo suggerito di utilizzare il sistema previsto dalla legge 949/52, cosiddetto Artigiancassa, esteso a tutti i settori produttivi; uno strumento semplice che ha permesso a molte imprese di usufruire delle agevolazioni sia in conto capitale che in conto interessi e i cui fondi si sono esauriti nel volgere di breve termine. E invece, come ci aspettavamo e avevamo denunciato pubblicamente, l’operazione si è trasformata in una disfatta che torna indietro come un boomerang contro quanti hanno sostenuto questo bando e il relativo iter procedurale. Tra l’altro qualcuno dovrebbe spiegarci se queste somme, ammontanti ad € 7.761.663,40 e trasferiti alla Provincia regionale di Ragusa con la L.R. 5 novembre 2004, hanno maturato interessi attivi e se si, che fine hanno fatto questi interessi attivi che ammonterebbero a circa 2.000.000 di euro? Saranno destinati sempre alle imprese oppure sono state già utilizzati e per cosa? Di queste somme solo € 696.387,96 sono state utilizzate con il bando del 2009 e a beneficiarne sono state 88 imprese della Provincia di Ragusa. A conti fatti è del tutto evidente che con oltre 7.000.000 di euro si potrebbero finanziare circa 800 imprese con un bando snello e trasparente piuttosto che solo 3. Stiamo parlando di soldi pubblici e chi di dovere dovrebbe dare risposte precise ma soprattutto risultati all’altezza delle aspettative. E invece – conclude Biscotto –  eccolo qua, l’ultimo fallimento prodotto dalla vecchia classe dirigente di questa provincia”.