Arrestati altri tre scafisti, intense attività investigative della Questura

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Trenta ininterrotte ore di serrate indagini per risalire all’identità dei tre presunti scafisti dello sbarco avvenuto lo scorso lunedi pomeriggio a Pozzallo di circa 170 immigrati. Gli uomini della squadra mobile, i carabinieri di Modica e i finanzieri di Pozzallo hanno arrestato un algerino di 43 anni e due egiziani di 31 e 28 anni. A loro carico l’accusa di aver ottenuto un ingiusto e ingente profitto per aver procurato l’ingresso clandestino in Italia degli immigrati. Il delitto, in questo caso, è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perchè è stato commesso da più di 3 presunti scafisti in concorso tra loro; ed ancora per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale dei migranti esponendoli a pericolo di vita, e per averli sottoposti a trattamento inumano e degradante.

Gli arrestati hanno condotto dalle coste libiche a quelle italiane una fatiscente imbarcazione carica di oltre 170 migranti di diverse nazionalità e tra loro vi erano numerosi minori anche neonati. Lo scorso lunedi è stato un pattugliatore della Guardia di Finanza ad aver ricevuto la segnalazione dell’imbarcazione a circa 40 miglia a est di Siracusa e subito dopo, con il supporto della motovedetta della Guardia Costiera, sono state attivate le procedure per mettere in salvo i disperati, poi sbarcati sulla banchina portuale di Pozzallo. Rifocillati ed assistiti, hanno raccontato alle forze dell’ordine, il copione che ormai si ripete ad ogni sbarco.

In base alle dichiarazioni rese, uomini, donne e bambini sono stati segregati per diversi giorni in un capannone in Libia dal quale non potevano uscire, in attesa che fosse disponibile l’imbarcazione per raggiungere l’Italia e che le condizioni del mare fossero favorevoli.

Dai racconti è emerso chiaramente che gli organizzatori libici fossero tutti armati e li tenevano sotto controllo fino a quando non giungeva il giorno della partenza.

Dopo lunghe ore d’indagine, gli investigatori sono riusciti a risalire all’identità degli scafisti, responsabili di aver percepito ingenti somme di denaro per procurare l’ingresso clandestino in Italia dei migranti, la cui vita è stata messa in serio pericolo a causa delle condizioni dell’imbarcazione utilizzata per la traversata.

Anche in questo caso è stata confermata la presenza di una complessa associazione a delinquere che opera in Libia ed in altri paesi africani che da anni organizza questi viaggi ed assolda come scafisti chiunque abbia la spregiudicatezza di affrontare il mare a scopo di lucro.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, gli arrestati sono stati condotti al carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.