Ritratto di gruppo con assenza. A Modica si ricorda Giovanni Puma

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giovanni puma 2 (1)Un ritratto di gruppo con assenza, si potrebbe definire, con le parole di Sepulveda, quello degli amici di Giovanni Puma che si sono ritrovati per festeggiargli il compleanno in contumacia. Il pittore modicano di nascita e parigino d’adozione avrebbe compiuto i suoi 80 anni il 5 aprile, ma se n’è andato lo scorso 27 dicembre: e qualcuno ha pensato bene di provare a trattenerne il ricordo, in una città che dimentica troppo facilmente. I vecchi amici si sono ritrovati al Borgo degli Artisti, dove hanno anche allestito una piccola mostra: un modo per ricordarne la figura e l’opera nel luogo più vicino idealmente alla sua arte e geograficamente alla casa in cui nacque, in via Lelli, nel cuore di Modica Alta.

Giovanni Puma era noto per l’animo inquieto: sin da adolescente mal sopportò ogni tipo d’imposizione, ogni freno alla libera espressione della sua personalità. Da giovanissimo fuggì di casa senza documenti per raggiungere il fratello maggiore in partenza per il Sud America. E anche lui se ne andò di casa appena possibile: prima in Venezuela, poi a Roma, dove scelse di vivere nei luoghi del ghetto e dove collezionò esperienze memorabili. Il suo stile di vita decisamente anticonformista in breve diventò una potente calamita per tanti giovani del Movimento Studentesco, per artisti e intellettuali di varie nazionalità. La conoscenza di una giovane italianista francese, Pascale Budillon, che diventò sua moglie, gli aprì la strada per Parigi: qui continuò la sua attività di pittore nello studio di Rue de la Grange aux Belles, dov’è morto poco più di tre mesi fa, subito sepolto in Montparnasse.

Gianni Contino e Michele Duchi si sono assunti la responsabilità di ricordarlo, insieme a molti altri compagni di vita e di ideologia: l’impegno futuro per tutti i presenti sarà l’allestimento di una mostra antologica e la ristampa del romanzo “Canto del conto del capo coperto”, a trent’anni dalla sua prima edizione.