“L’Amministrazione comunale non esclude in alcun modo l’utilizzazione teatrale del sito ma ritiene che tale progetto vada rivisto in un’ottica complessiva che tenga conto del fatto che un teatro è, e deve essere, una struttura culturale ma senza dimenticarne la sostenibilità di struttura produttiva e che l’attuale progetto definitivo non risponde compiutamente all’esigenza di dotare la città di un teatro nella accezione più ampia del termine senza i vincoli e le limitazioni sopra esposti”. E’ il passaggio chiave della risposta dell’assessore ai Centri storici Giuseppe Dimartino all’interrogazione del consigliere comunale dell’Udc Sonia Migliore sul recupero del teatro “La Concordia” di via Ecce Homo. L’amministrazione, quindi, fa sapere in maniera ufficiale che quel sito non verrà abbandonato, ma sarà ristrutturato. La risposta è assai articolata. “Da una analisi complessiva sul progetto – scrive Dimartino – risultano diversi punti critici riguardanti la funzionalità del teatro quali: uno spazio per il foyer insufficiente per un teatro di 420 posti a sedere e spazi antistanti la sala non adeguati per un tale numero di spettatori; l’ingresso delle attrezzature di scena e delle scenografie dovrebbe avvenire da un cortile privato prospiciente Corso Italia e tale spazio, impegnato per più ore per permettere la movimentazione di tutti i materiali necessari agli spettacoli, dovrebbe essere utilizzato anche come uscita di sicurezza; il progetto non prevede la costruzione di una torre scenica, impedendo di fatto la possibilità di utilizzo del teatro ad una pluralità di compagnie teatrali. Ed ancora il graticcio previsto a 7 metri di altezza dal palco, rappresenta un problema per un efficiente e corretto utilizzo delle luci di scena, le dimensioni del palco previste con una larghezza di 10 metri e la mancanza di una buca per l’orchestra non consentono l’utilizzo per concerti d’orchestra, opera, spettacoli di lirica e spettacoli nei quali è prevista una componente orchestrale; le dimensioni del palco previste in progetto non permettono l’utilizzo del teatro per rappresentazioni di danza”. E Dimartino aggiunge: “Queste problematiche sembrano non essere state affrontate nell’approccio generale all’idea del teatro da parte delle amministrazioni passate e pertanto non sono state risolte neanche in fase progettuale”. L’amministrazione attuale sul recupero del teatro sta lavorando, avendo avviato un’analisi critica “in collaborazione con esperti teatrali che si sono messi a disposizione dell’amministrazione gratuitamente al fine di approfondire le problematiche fondamentali”. L’assessore ribadisce: “Il costo complessivo (comprensivo di acquisto dell’immobile) di 7,5 milioni di euro, rappresenta un elemento imprescindibile di valutazione nella misura in cui si doterebbe la città di una struttura teatrale non completamente funzionale e con costi di gestione non sostenibili se utilizzata solo per spettacoli di prosa minore”. Da queste considerazioni, poi la decisione: “l’Amministrazione non intende proseguire l’iter per la realizzazione del teatro come attualmente concepito. Abbiamo già incontrato tutto il gruppo dei progettisti con i quali ci siamo confrontati analizzando tutti gli aspetti critici del progetto”. L’idea non si abbandona, quindi, ma si riadatta. Lo stesso Dimartino spiega: “Alcune organizzazioni hanno proposto, in linea con le considerazioni sopra esposte, di ripensare lo spazio come contenitore culturale, anche con funzione di teatro, nell’ottica di una riqualificazione urbanistica complessiva da non limitare al singolo immobile”. In attesa della rivisitazione del progetto, “resta confermato l’impegno delle somme previste con i vari piani di spesa della Legge su Ibla 61/81, impegnando ulteriori somme provenienti dalla legge 61/81 per altri interventi nel centro storico”.