Il PD di Vittoria torna a spingere affinchè la verifica amministrativa aperta a gennaio dal Sindaco Giuseppe Nicosia venga chiusa entro il mese con esito positivo. E’ di ieri una nota nella quale si legge, tra le altre cose, che “se è palese il malessere di Sel e Udc nel condividere percorsi e strategie, è altrettanto chiaro che il Pd otterrebbe risultati più produttivi per la città senza questa dispersione di energie”. Un richiamo all’unità, quindi, ad un rinnovato patto di governo per il “rilancio dell’azione dell’Amministrazione Comunale ma anche per la ricostituzione di una maggioranza consiliare che comprenda quei consiglieri che hanno mutato la loro collocazione politica interrompendo il discorso con i propri elettori”.
Il Partito Democratico torna ad auspicare la ripresa di un dialogo costruttivo e chiede senza mezzi termini agli ex alleati il rispetto del patto elettorale e del programma sottoscritto nel 2011 a partire dallo schema di massima del P.R.G., dal regolamento del Mercato Ortofrutticolo e dalla realizzazione del terzo polo industriale.
Il discorso interrotto e ripreso innumerevoli volte, quindi, torna sotto i riflettori della politica cittadina e dopo una serie di incontri a porte chiuse con Udc e Sel, l’ultimo dei quali ha visto anche la presenza di Nicosia, si attendono le reazioni dei soggetti chiamati in causa per capire fino a che punto ci possa essere una condivisione dei punti messi nero su bianco.
“Il documento trasmesso dalla nostra segreteria – ha affermato il Presidente del Consiglio Comunale, Salvatore Di Falco, “è il frutto di un grande lavoro ed è figlio di un forte senso di responsabilità. A Sel e Udc chiediamo, partendo da un azzeramento totale, di riprendere un cammino insieme per arrivare alla fine di questa legislatura risolvendo i problemi che restano ancora sul tavolo di questa amministrazione e lavorando per dare, a questo tipo di coalizione, un futuro che si protragga oltre la fine del mandato di Nicosia. Se accetteranno bene, in caso contrario continueremo a governare da soli ma mi piacerebbe che ci fosse, come in casa PD, un clima non belligerante”.
Quali gli elementi nuovi? Sel e Udc hanno già ripetuto più volte quello che vogliono per andare avanti. C’è ora un’apertura diversa da parte vostra?
Sulle richieste di SEL (un po’ meno dell’UDC) si è aperto un dibattito assolutamente condivisibile sui temi del PRG, dell’ambiente e della destinazione delle somme sul bilancio mentre il nodo più antipatico da sciogliere resta quello dei nomi. Lì ritengo si deciderà il buon esito o meno delle consultazioni. Il mio punto di vista personale è che la politica non è fatta dagli uomini ma sono gli uomini che fanno la politica e i veti finora posti possono anche essere legittimi ma rappresentano un grande ostacolo nell’ottica di una sinergia amministrativa. Per fortuna dopo gli ultimi incontri pare che non si parli più di persone ma dei criteri con i quali scegliere le persone e su questo penso possa essere possibile rivedere le distanze tra PD e SEL.
Ci sono già altri incontri in programma o, per il momento, aspettate le reazioni?
Suppongo che, con la Pasqua alle porte, tutto slitterà alla fine del mese ma una cosa dev’essere chiara: il PD comunque chiuderà la verifica. La speranza è di farlo regalando alla città un nuovo e forte assetto amministrativo ma potremmo chiudere i giochi anche confermando la squadra attuale.
Ci sono dei nomi sui quali il PD non è disposto a cedere di un passo o che vorrebbe proporre in ottica rimpasto?
Nessun nome, solo il criterio della meritocrazia. Se qualcuno ha lavorato bene e ha avuto risultati non vedo perché debba essere cambiato e viceversa.
Fin qui le dichiarazioni di Di Falco ma sulla sincerità e il disinteresse di questo riavvicinamento e di questa pseudo chiamata alle armi del PD l’Udc si dice subito molto scettica. “Come mai arriva proprio adesso che il PRG sta finalmente per tornare in aula?” si chiede Daniele Barrano. “Temono forse di non avere i numeri per approvarlo?”. Barrano ci va giù abbastanza duro. “Con questo documento sono riusciti ad allontanarci ancora di più perché le basi su cui poggia questo dialogo sono talmente deboli da rendere impossibile la prosecuzione su una linea già parecchio deficitaria e perdente perché improduttiva nei confronti della città. Non vogliamo trovarci impelagati, ancora una volta in un itinerario che nulla avrebbe da aggiungere a laboratori politici che già conosciamo e il cui fallimento sarebbe scontato”.
Anche l’UDC ha già messo ben in chiaro più volte le condizioni per tornare a sedere al tavolo delle trattative, non molto diverse da quelle di SEL, vale a dire azzeramento della giunta, PRG, crescita economica e turismo.
“Disponibili al dialogo sì – conclude Barrano – ma a ripetere gli stessi errori del passato non ci stiamo”.