C’è anche lo zampino di un modicano nel progetto di ricerca che ha portato alla creazione del primo cromosoma artificiale, passo decisivo verso la vita artificiale. Giovanni Stracquadanio, 32 anni, ha fatto parte del team della Johns Hopkins University di Baltimora che ha condotto questo studio destinato a diventare cruciale per progettare organismi su misura per compiti specifici, oltre ad aprire la strada alla realizzazione di qualsiasi tipo di cellula artificiale che possieda specifici geni.
Giovanni in realtà è rimasto a lungo in Sicilia: dopo il diploma modicano ha conseguito la laurea triennale e poi quella specialistica a Catania, in informatica, e sempre a Catania ha svolto il proprio dottorato di ricerca. “Ma i miei interessi scientifici – racconta – erano già la bioinformatica e l’ingegneria genetica. E, un po’ per fare esperienza, un po’ per le
limitate opportunità che si hanno in questo campo in Italia, sono andato negli States per un post dottorato in biologia sintetica alla Johns Hopkins University, con i professori Joel Bader e Jef Boeke,
che sono tra i massimi esperti di biologia sintetica a livello mondiale”. Così, ormai dall’agosto del 2010, Giovanni Stracquadanio vive a Baltimora, in Maryland, dove è postdoctoral fellow nel dipartimento di Ingegneria biomedica. Tra i progetti di ricerca su cui lavora, anche la caratterizzazione di genomi minimali usando cromosomi artificiali e high-throughput sequencing. “La domanda che ci poniamo – spiega – è: quali sono le componenti genetiche indispensabili ad un cellula per funzionare normalmente? Identificare tali componenti ci permetterà in futuro di creare genomi con funzioni specifiche, ad esempio produrre vitamine e biocarburanti”. Nel caso specifico di questa ricerca – ricerca i cui risultati sono stati pubblicati nei giorni scorsi sulla rivista internazionale “Science” e poi ripresi anche da “Nature” – Giovanni Stracquadanio, unico italiano nel team, è stato il responsabile della parte computazionale, dunque col compito di sviluppare gli algoritmi per la progettazione dei cromosomi: “Ovvero – spiega – software per apportare modifiche alla sequenza di DNA di una cellula, metodi per il sequenziamento di genomi, l’analisi del DNA della cellula sintetica e l’analisi dei livelli di espressione genica”. Syn III, così è stato chiamato il cromosoma artificiale della cellula eucariota, creato a partire dal terzo cromosoma del lievito apportando oltre 500 modifiche: inserito in cellule di lievito, si è dimostrato perfettamente funzionante. Syn III è stato interamente progettato al computer e assemblato a partire da frammenti di Dna lunghi 75 nucleotidi. Il nuovo cromosoma aggiunge nuove funzionalità alle cellule: in particolare, la possibilità di mutare il proprio Dna “a comando” usando il sistema “scramble”, integrato nel cromosoma: questo vuol dire, appunto, che potrà essere usato per produrre farmaci rari, vitamine, vaccini e biocarburanti.
Giovanni tornerà a Modica per le sue prossime vacanze e c’è da aspettarsi che sarà accolto con ancora maggiore entusiasmo: “Sono fiero di essere modicano ai limiti del campanilismo – confessa -. Torno appena posso e probabilmente apprezzo la mia città più ora che sono lontano di quanto non lo facessi prima”.