I nodi da sciogliere per cominciare a discutere seriamente del libero Consorzio dei Comuni del Val di Noto che ha in mente di istituire il sindaco di Modica Ignazio Abbate sono ancora parecchi e sono già emersi in occasione dell’incontro che lui stesso ha convocato lunedì scorso a Palazzo San Domenico. Il suo invito l’ha raccolto solo il sindaco di Scicli, per quanto riguarda i Comuni del comprensorio, mentre hanno dato forfait quelli di Ispica e Pozzallo. C’erano i rappresentanti istituzionali di Rosolini, Noto, Avola, Palazzolo Acreide, mentre non si presentati – essendo in campagna elettorale – quelli di Pachino e Portopalo, pur dicendosi interessati all’argomento. “Guardiamo – ha spiegato Abbate – all’omogeneità geografica, culturale e ed economica, al tessuto imprenditoriale legato al settore turistico ed agricolo. Desideriamo stipulare un protocollo d’intesa per avviare sul territorio confronti con i cittadini e le forze politiche e sociali. Metteremo in campo un tavolo tecnico con un gruppo di studiosi. E’ una grande occasione, un momento storico per il nostro territorio”. Abbate vuole legittimamente ritagliare per Modica il ruolo di guida di questo processo. Ma resta appunto, tra i nodi da sciogliere, il ruolo della città di Ragusa: “Dobbiamo ragionare in termini inclusivi e non esclusivi – ha detto il sindaco di Scicli Franco Susino – ed è evidente che se parliamo di Val di Noto non possiamo escludere Ragusa. Al tavolo ho portato un’altra proposta: lasciamo perdere i microconsorzi e proviamo addirittura a pensare di ritornare agli antichi confini che vedevano insieme Ragusa e Siracusa”.
Paradossalmente più disponibili a ridisegnare la geografia del territorio secondo l’ipotesi di Abbate sono i Comuni della zona sud del siracusano. “Premesso che questa legge è lacunosa e sembra avere tutte le caratteristiche per tendere a essere conservativa degli assetti attuali – commenta il sindaco di Noto Corrado Bonfanti – penso che dobbiamo cogliere questa occasione per mettere insieme le zone meridionali delle province di Ragusa e Siracusa, eventualmente includendo gli stessi attuali capoluoghi. Mettiamo insieme distretti turistici tematici, che hanno omogeneità sotto il profilo culturale e dello sviluppo economico. Anche se sembra complicato fare tutto in sei mesi, non dobbiamo lasciarci spaventare e anzi dobbiamo insistere dimostrando una maggiore consapevolezza”. “È il momento – conferma il sindaco di Avola Luca Cannata – di riflettere sulle opportunità che sono state date alle nostre città nel contesto delle Province di cui hanno fatto parte finora: partendo da questo e cercando di comprendere quali saranno davvero i ruoli dei consorzi, dobbiamo compiere scelte che siano realmente in grado di garantire prospettive di miglioramento nella gestione dei servizi”.