È stato l’assessore regionale all’agricoltura Dario Cartabellotta, ieri sera ospite a Modica, a tenere “a battesimo” l’ingresso della fava cottoia modicana tra i presidi slow food, insieme al cavolo vecchio di Rosolini. “Due prodotti in più, grazie all’accordo con i vertici di Slow Food – ha detto Cartabellotta -, che fanno salire a cinquanta il numero dei presidi siciliani (il 10% del totale mondiale): due produzioni di eccellenza, che entrano nel paniere che stiamo identificando col marchio ‘Born in Sicily’ e che ci portano dritti verso l’Expo 2015, dove sarà nostra responsabilità promuoverli adeguatamente”. A dare il benvenuto a Cartabellotta è stato il sindaco di Modica Ignazio Abbate: “Il governo regionale ci è stato vicino in un percorso che è stato una nostra precisa scommessa: come Comune siamo stati e saremo i primi a sostentere il presidio, sia sotto il profilo della tutela che della promozione che della commercializzazione. Dobbiamo trovare i sistemi per incentivare questa produzione, particolarmente impegnativa per gli agricoltori e non certo adeguatamente remunerativa, affinchè non si rischi di perderla”.
La manifestazione di ieri è stata organizzata dalla Soat di Modica e dalla Uos di Ispica, con il patrocinio del Comune di Modica, e ha avuto il carattere di un incontro tecnico scientifico sulla valorizzazione della fava cottoia. Giovanni Antoci e Giuseppe Cicero della Soat hanno aperto le relazioni tecniche, poi sviluppate, per quanto riguarda in particolare la fava, dal professor Orazio Sortino dell’Università di Catania. Ospiti della manifestazione sono stati anche Francesco Sottile, referente scientifico dei presidi Slow Food in Sicilia, e Piero Sardo, responsabile nazionale presidi Slow Food. “Oggi festeggiamo l’avvio di questi due nuovi presidi – ha detto Sottile -. Con il presidio della fava cottoia siamo partiti alcuni anni fa, a piccoli passi e oggi sono particolarmente lieto di vederlo confezionato col marchio dei presidi. Alcuni anni fa abbiamo iniziato le prime visite presso gli agricoltori e abbiamo subito rilevato l’interesse per l’aggregazione e il miglioramento di tutte le fasi produttive. Siamo impegnati fino al prossimo Salone del Gusto, a rafforzare il ruolo della Sicilia come bacino di biodiversità, Tutto questo ha attori fondamentali e sono tutti i produttori. Senza di loro e senza la loro disponibilità a mettersi in gioco non saremmo qui: i produttori di piccola scala diventano così produttori di eccellenza”. “Non in tutta Italia succede quello che succede qui – ha aggiunto Sardo -, dove le istituzioni si dimostrano vicine ai produttori e dimostrano di aver capito che il patrimonio enogastronomico, insieme a quello artistico, è il vero petrolio, la vera ricchezza del nostro territorio. Quest’umile fava è il frutto di un grandissimo lavoro che va pagato il giusto, altrimenti si perderà”.
[Fonte: La Sicilia]