Lo studio con sede a Ragusa e a Roma “DFG Architetti” è tra i vincitori, con riconoscimento speciale, della prestigiosa competizione internazionale di Architettura “SINGAPORE SKYSCRAPER”. Sono gli unici professioni italiani tra i primi 30 classificati che hanno partecipato al Concorso per l’ideazione di una nuova tipologia di grattacielo sostenibile che promuovesse l’introduzione di materiali inediti e facilmente reperibili a basso costo economico, sociale e ambientale (bamboo) nella propria concezione e realizzazione.
“Il progetto – hanno spiegato Davide Scrofani, Ferdinando Mazza, Giuseppe Francone – è nato dall’osservazione della natura fisica e sociale di Singapore, città-stato adagiata su un arcipelago di 63 isole, risultato etnico e culturale della fusione di più popoli. Il nuovo villaggio di bamboo, per questi motivi, è costituito da un arcipelago di volumi, tra cui svetta il grattacielo, che si aprono intorno ad un nucleo d’acqua, la Marina, richiamando la vicina Marina BaySands, nel Downtown Core. Il volume principale, il grattacielo, ospita le attività e le funzioni da allocare, mentre gli altri volumi, più bassi e al livello dei nuovi percorsi e delle nuove piazze, accolgono spazi ricreativi, strutture sportive, scuole, cinema, teatri. Essi – proseguono nella spiegazione i tre professionisti – si affacciano su una corte centrale costituita da una piccola Marina, accessibile dal Kallang River mediante un canale navigabile. Le strutture più esterne sono dei giardini a livello con le aree adiacenti al di sotto dei quali trovano posto i parcheggi, i magazzini sotterranei e le funzioni di potenziamento dei nodi infrastrutturali. Tutti gli edifici sono collegati su più livelli mediante delle piastre che ospitano i principali percorsi di attraversamento, le piazze, le terrazze commerciali e il molo del porto. Sono state concepite per flussi ciclo-pedonali o per la percorrenza assistita da mezzi elettrici su binari a raso o sopraelevati. Il grattacielo è costituito da due cilindri strutturali concentrici in acciaio collegati da anelli orizzontali, all’interno dei quali si inseriscono cellule indipendenti e autoportanti realizzate mediante una rete strutturale in bamboo. Il grattacielo risulta così composto per la maggior parte da bamboo, sottoforma di cellule strutturali e rivestimenti, da una percentuale ridotta di acciaio come ossatura principale strettamente necessaria e da una minima parte di vetro. Il bamboo – hanno concluso i tre architetti – è usato come vestito e come struttura anche negli spazi di relazione, lungo i percorsi e nelle piazze. Una folta vegetazione tropicale sarà prevista sulla copertura di ciascuno degli altri edifici, in maniera tale da restituire un po’ del verde che l’espansione della città ha drasticamente ridotto nel tempo. Fra gli alberi e le piante più alte saranno inseriti dei pannelli fotovoltaici in grado di soddisfare gran parte del fabbisogno energetico. Dalle biomasse ottenute dalle coperture verdi si ottiene fertilizzante e energia da combustione. Altra energia sarà fornita dalle pale eoliche in vetta al grattacielo mentre nella Marina, delle apposite turbine trasformeranno l’energia meccanica delle maree in energia elettrica”.