E’ stata notificata in questi giorni la sentenza di attuazione del provvedimento dell’ordine di garanzia regionale che il 22 luglio 2013 (e ancor prima ad aprile) aveva ordinato di togliere il 6 in condotta e l’espulsione ai 10 alunni dell’ormai ex IIIB dell’istituto comprensivo Pappalardo di Vittoria. La sentenza avrebbe una sola e chiara motivazione: tali provvedimenti sono illegittimi.
E’ questa l’ultima notizia relativa al caso dei 10 ragazzi che, a seguito di una pagina su Facebook creata nel 2011 contro un’insegnante avuta solo per un anno, in prima media, erano finiti al centro di una diatriba tra la scuola e i genitori i quali, alla fine, avevano deciso di adire le vie legali e trasferire i propri figli alla Don Milani dove, l’estate scorsa, hanno sostenuto gli esami senza il voto in condotta.
Antonino Santoro, Pippo Scuderi e Giovanni Burrafato, padri di tre dei 10 ragazzi interessati dai fatti e seguiti in tutta questa vicenda dall’avv. Giuseppe La Rosa, oggi in conferenza stampa a nome dei genitori di tutti e 10 gli alunni, hanno voluto rimarcare come il problema non sia mai stato rappresentato dal 6 in condotta o dall’espulsione. “ In fondo ci potevano anche stare per la bravata dei nostri figli – hanno detto – ma quello che non ci è mai andato giù è il modo in cui i ragazzi sono stati ingiuriati e tacciati di bullismo e omertà. Nella fase iniziale di questa assurda vicenda noi per primi ci siamo schierati con gli insegnanti perché comunque quello che avevano fatto era sbagliato. Quando, però, sono stati offesi al punto che qualcuno di loro si è sentito male emotivamente – hanno proseguito – allora abbiamo ritenuto giusto intervenire e qualche insegnante, a quel punto, nemmeno con noi si è creato problemi ad alzare la voce e ad insultare. Adesso che abbiamo ottenuto il primo risultato, la cancellazione del 6 e dell’espulsione, vogliamo che tutti sappiano come sono andate realmente le cose sebbene prosegua l’iter della denuncia penale a carico di tutto il corpo docente che seguiva i ragazzi l’anno scorso prima che esplodesse il caso”.
Tutto il corpo docente, è bene precisarlo, a parte la compianta prof. Gianna Nobile che aveva sempre preso le difese dei ragazzi, che aveva cercato di riportare la calma e che si era astenuta al momento di votare per i due provvedimenti disciplinari.
“La situazione è degenerata a febbraio quando abbiamo depositato nella segreteria della scuola un invito a rivedere le decisioni assunte per punire i nostri figli – hanno continuato Santoro, Scuderi e Burrafato – e questo gesto è stato interpretato come un’offesa personale. Poco dopo è partito l’esposto all’ufficio scolastico provinciale e anche l’ex Preside a quel punto ha dovuto ammettere che la situazione gli stava sfuggendo di mano. Per evitare ciò abbiamo chiesto la convocazione di un’assemblea straordinaria che, purtroppo, si è trasformata in un ring. A marzo i nostri ragazzi erano già stati smistati in due classi della Don Milani e hanno ripreso tranquillamente il loro anno scolastico. E’ partita anche l’istanza all’organo di garanzia interno alla scuola che ha annullato il verbale del consiglio di classe recante le sanzioni ma gli insegnanti, invece di fermarsi e scrivere la parola fine a questa vergognosa vicenda, hanno deciso di fare ricorso all’ordine di garanzia regionale che ha dato ragione a noi. A maggio abbiamo presentato il ricorso al Tar per accelerare ulteriormente i tempi ed evitare che i ragazzi fossero penalizzati in sede di esami e, a dimostrazione della nostra buona fede, a dicembre vi abbiamo rinunciato perché nel frattempo gli organi amministrativi competenti ci avevano dato ragione. Anche il Tar, però, nel frattempo – hanno concluso i tre referenti – si era espresso a nostro favore condannando la scuola al pagamento delle spese legali”.