“Ieri sera gli otto consiglieri del Sindaco con il loro comportamento da “struzzi” hanno avallato la completa distruzione della Città nel più quasi completo silenzio e assenza dal dibattito consiliare. La mancanza di coraggio li ha portati ad essere in fuga dal Consiglio, ma certamente, non possono fuggire alle loro responsabilità nei confronti dei cittadini. Hanno deciso di non fare votare i cittadini a maggio di questo anno per andare ancora avanti un ultimo anno con l’Amministrazione Rustico”. E’ questo il commento di Marco Santoro, coordinatore di Sviluppo e Solidarietà per Ispica, all’indomani della seduta della civica assise.
“Con la mozione di sfiducia si è fatta chiarezza – ha affermato il coordinatore di Sviluppo e Solidarietà per Ispica – i consiglieri Patrizia Lorefice, Anna Infanti, Cesare Pellegrino, Pietro Zocco, Carmelo Oddo, Peppe Quarrella, Pina Donzello e Massimo Donzello , avevano l’opportunità per uno scatto di orgoglio a favore della Città, ma con il loro silenzio, la loro assenza e il loro comportamento da ” struzzi ” si sono, senza se e senza ma, resi complici del Sindaco del dissesto e del suo strapotere. Il perché lo lasciamo alla intelligenza degli Ispicesi che, da attenti osservatori dei fatti politici ed amministrativi, li hanno già condannati. La mozione di sfiducia ha fatto chiarezza ed ottenuto i risultati attesi, perché dodici consiglieri, che rappresentato la maggioranza in consiglio, hanno votato contro il Sindaco, dichiarando finita questa esperienza e reclamando il voto subito.
Sono sufficienti i dodici voti espressi in consiglio nella seduta di ieri? La legge in materia – spiega Santoro – prevede che per l’approvazione della mozione di sfiducia al Sindaco sono necessari due terzi dei voti dei consiglieri. Quanti sono i consiglieri in carica che possiedono i requisiti per votare la sfiducia 20 o 18, atteso che dei venti consiglieri due ( Cesare Pellegrino e Patrizia Lorefice ) sono Assessori in carica al momento del voto di sfiducia? Addirittura uno vice Sindaco?
In merito a questo interrogativo – continua Santoro – il Consiglio Comunale ha votato una mozione interpretativa da trasmettere , in uno alla delibera di sfiducia, agli organi ispettivi regionali. Infatti i due- terzi di 18 equivale a 12 voti, sufficienti ad approvare la sfiducia al Sindaco.
Noi riteniamo che il quorum dei due-terzi possa essere calcolato su 18 e non su venti per evidenti ragioni etiche e giuridiche, infatti a nessuno può essere chiesto di autocondannarsi, ma debbano essere sempre gli altri a giudicare ed esprimersi con coscienza ed autonomia. Ratio che sta alla base della disposizione di legge.
Se questa interpretazione di legge – precisa il coordinatore di Sviluppo e Solidarietà – troverà conforto nelle sedi opportune, il Sindaco, nella seduta consiliare di ieri è stato sfiduciato grazie al suo stesso strapotere che lo ha portato a scegliere due assessori – consiglieri con la speranza di impedire l’approvazione della sfiducia già preannunciata da un anno da tutti i gruppi di opposizione.
Questi fatti provano – conclude Santoro – che la mozione di sfiducia andava presentata e discussa in Consiglio Comunale alla luce del sole: attendere i 14 consiglieri comunali firmatari era solo un pretesto ed un alibi per tanti pseudo-politici, abituati forse a vincere facile a danno della Città”.