Il videogioco on-line accessibile dalla piattaforma Facebook si chiama “Guerra di Bande”. Gli illeciti che possono commettersi, trattandosi di un gioco dovrebbero essere solo virtuali, ma la realtà ha mostrato che non è così. Le indagini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vittoria sono iniziate a seguito della denuncia presentata da un uomo di 32 anni che collegatosi una sera al notissimo social network, dopo avere digitato le credenziali di accesso, notava che un anonimo si era appropriato della sua immagine creando un altro profilo parallelo.
Parlandone con amici era altresì venuto a conoscenza che erano state inviate richieste di amicizia da quel nuovo profilo, pertanto si era immediatamente recato presso gli Uffici di Polizia per sporgere denuncia.
Le indagini avviate dal Commissariato in stretta collaborazione con la Polizia Postale di Ragusa e con l’Autorità Giudiziaria, che autorizzava l’acquisizione dei dati informatici, consentiva di ottenere da Facebook i dati relativi agli ultimi accessi del profilo.
Successivamente venivano eseguite le indagini presso il gestore telefonico e da lì si risaliva all’utenza telefonica che aveva generato i cosiddetti I.P. ossia gli Internet Protocol address, quell’etichetta numerica che identifica univocamente un dispositivo (host) collegato a una rete informatica.
La linea telefonica risultava intestata ad un altro soggetto vittoriese coetaneo del primo che nei giorni successivi veniva convocato in Commissariato affinché desse spiegazioni sulla vicenda.
L’uomo riferiva che in effetti era l’autore del profilo oggetto di indagini che aveva creato solo per motivi ludici legati al videogame accessibile sulla piattaforma “FacebooK” denominato “Guerra di bande”, con l’unico scopo di implementare il numero di ulteriori componenti della “sua banda”, così da renderlo più potente nel gioco.
Il soggetto, incensurato, commerciante, che ha riferito di conoscere la vittima con la quale in passato ha intrattenuto rapporti di lavoro, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per il reato di sostituzione di persona.