L’ora è fuggita…

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Poche cose al mondo spaccano il minuto in quanto a puntualità convenzionalizzata. Una di queste è l’inizio dello spettacolo al cinema.
Il cinema, uno dei pochi appuntamenti “pseudo-culturali” a cui la popolazione sembra ancora partecipare nonostante la crisi, ha notoriamente un orario di inizio e di fine ben preciso e definito, da sempre ed ovunque… tranne a Ragusa… ovviamente!
Qui, nella nota multisala cittadina, l’orario è assolutamente indicativo: “intorno alle 20,00 “, un pò come se ci si dovesse vedere “intorno alle 20,00”, appunto, a casa di Maria ed Enzo, appena tornati dal viaggio di nozze, per vedere il filmino del matrimonio. Ma non si può iniziare, perché ancora non sono arrivati i cugini dello sposo noti per essere sempre in ritardo.
Ah, eccoli finalmente…
Si possono spegnere le luci ed iniziare. Adesso ci siamo tutti, dai, non importa se con in media 10/15 minuti di ritardo, in fondo si chiacchiera, ci si saluta, si mangia qualcosa. Che fretta c’è!
Ma l’abitudine è così radicata, che non c’è convegno, presentazione di un libro, inaugurazione di mostre, che non sia caratterizzata da uno scollamento cronico tra l’orario stampato sull’invito e l’effettivo inizio della manifestazione.
Peggio ancora, all’orario previsto, il ragusano non c’è affatto, come se fosse un’onta essere puntuali. E qui si slitta anche di 1 ora, facendo saltare la scaletta prevista, per poi accelerare, accorciare, snaturare l’evento onde evitare di trovarsi improvvisamente a parlare ad una sala vuota… in quanto ad una “certa”… comunque, la vita continua, e si deve andare a casa, a prendere i figli, a cucinare… Con buona pace dei titoli di coda.
La favola insegna che…
Ah, ragusani ragusani, in fondo io vi amo anche per questo, sì, questo modo del tutto unico di personalizzare, con il vostro modus vivendi, ogni cosa, rendendola così “vostra”… tipicamente vostra!
Alla prossima ragusani.
Senza, rancore
la vostra Cleopatra.