Il comunicato che il Presidente del Tribunale di Ragusa ha affidato alla stampa il 13 febbraio scorso non è rispettoso del confronto cui dovrebbe essere improntata la problematica avente ad oggetto l’utilizzo del Palazzo di Giustizia di Modica, oltre che gravemente lacunoso e contraddittorio.
Il dott. Tamburini ha rimosso il contenuto dell’incontro con il Comitato del 28 gennaio scorso e gli impegni tesi a verificare la disponibilità di tutti gli attori in campo di richiedere al Ministro della Giustizia l’utilizzo della struttura giudiziaria di Modica delle norme introdotte dalla Legge di Stabilità finanziaria nr. 148/2013. Ha assunto anzi, immediatamente dopo, provvedimenti di segno contrario disponendo il trasferimento di personale da Modica a Ragusa, sguarnendo ulteriormente quell’Ufficio, quasi a voler rafforzare le ragioni della sua soppressione sostanziale, oltre che formale. Un film già visto con i “rami secchi” delle ferrovie. Non solo, raggiunto dalla richiesta di pronta convocazione, l’ha lasciata cadere senza riscontrarla.
L’estensore del provvedimento si sofferma sui “disservizi e sui non trascurabili impegni di spesa” che sarebbero imposti dal trasferimento a Modica di settori della giurisdizione civile e/o penale ma tace sui disservizi prodotti dall’accorpamento e sullo spreco di centinaia di migliaia di euro denunciato alla Procura Generale della Corte dei Conti. Tace delle condizioni di lavoro dei magistrati e degli operatori, anch’esse denunciate alle competenti autorità. Tace in ordine alla esistenza delle criticità strutturali dell’attuale struttura giudiziaria di Ragusa certificata da un tecnico che lui stesso ha nominato e tace ancora sul mancato rinnovo della documentazione degli impianti di climatizzazione. Tace sulla opportunità che la Legge di Stabilità nr. 148/2013 ha attribuito al Ministro della Giustizia, di disporre, nell’ambito di apposita convenzione stipulata con la Regione, che venga utilizzato il Palazzo di Giustizia di Modica ove le spese di funzionamento siano assunte dalla Regione. E tace infine sulla prontezza dichiarata dal Presidente Crocetta a farsi carico di tali spese.
Il Presidente del Tribunale di Ragusa non ha, ad ogni evidenza, consapevolezza della responsabilità che la legge gli attribuisce in materia di politica giudiziaria; della responsabilità erariale che ha personalmente assunto con il provvedimento adottato; del paradosso insito nella scelta di rinunciare all’utilizzo del Palazzo di Giustizia di Modica, moderno, funzionale ed antisismico, per concentrare l’intera attività giurisdizionale a Ragusa, in locali non antisismici, perdendo così l’opportunità per rendere più efficiente e più economica l’attività del Tribunale.
Questa scelta cozza contro la legge, contro il diritto e contro il buon senso, a danno dell’intera comunità iblea.
Il Comitato non disperderà i risultati conseguiti a Roma e a Palermo e, consapevole che ogni decisione è possibile sino al prossimo 13 settembre, data ultima per l’approvazione di decreti correttivi, produrrà ogni sforzo per impedire quel che appare essere un inaccettabile sopruso.
A tal fine
IMPEGNA
i parlamentari del comprensorio, le Istituzioni, le Associazioni, i Movimenti, i Sindacati, i Partiti a sostenere e a partecipare alle iniziative che, in ogni sede, saranno rilanciate per affermare l’utilizzo, in via definitiva, del Palazzo di Giustizia di Modica decidendo, nel corso dell’odierno incontro, di convocare a breve una seconda assemblea popolare.
COMITATO “PRO TRIBUNALE MODICA”