Il Presidente del Tribunale di Ragusa Giuseppe Tamburini “sta riflettendo”. Dopo la sentenza del Cga di Palermo, che ha dato ragione al ricorso presentato dall’Ordine forense di Modica e ha di fatto aperto la strada alla possibilità di un utilizzo senza limitazioni del Palazzo della Giustizia di Modica, adesso è tutto nelle sue mani. E se da Modica ci si aspetta un intervento urgente, che razionalizzi la distribuzione delle sedi giudiziarie tra il Comune capoluogo e la città della Contea, a Ragusa questa sentenza sembra non essere stata presa benissimo.
Tant’è che lo stesso Tamburini ha preferito astenersi dal rilasciare dichiarazioni ufficiali, che ha voluto rimandare di qualche giorno, prendendosi il tempo necessario a chiarirsi le idee.
Dalla sua segreteria, il dott. Filippo Pasqualetto fa sapere che “si stanno valutando le possibilità per verificare quale tipo di impostazione sia la migliore per garantire un adeguato utilizzo dei due Palazzi di Giustizia e una migliore organizzazione dei servizi”. “Il Presidente Tamburini – aggiunge Pasqualetto – ha preso contatti con il Ministero della Giustizia per avere un conforto sulle possibilità di intervento, tuttavia la decisione dovrà essere presa qui. Bisogna ammettere che anche gli addetti ai lavori sono molto perplessi rispetto alle reali possibilità che abbiamo davanti perché qualunque soluzione, fatte salve ulteriori modifiche al Decreto ministeriale, sarebbero limitate a un anno e mezzo di tempo”.
Il Decreto Ministeriale, infatti, fissava il tempo per la conclusione della dismissione del Tribunale di Modica in due anni. Insomma, se le cose rimanessero come sono oggi, si potrebbe essere costretti fra un anno e mezzo a smobilitare di nuovo tutto. Certo è – ed è questa l’aspettativa che monta sul fronte modicano – che se si trovasse una soluzione davvero efficace dal punto di vista della razionalizzazione dei servizi per il funzionamento del sistema giudiziario, i margini per ridiscutere anche questo limite con il Ministero potrebbero trovarsi, a maggior ragione si venisse confermato l’impegno della Regione a farsi carico di una parte delle spese.