Sagra alle mandorle amare per i gruppi folk stranieri invitati all’evento più fiorito della primavera agrigentina, ma con le date di convocazione sbagliate di un mese. All’arrivo nella città dei templi, gli ignari elementi del gruppo di musiche e danze popolari della Lettonia e del Giappone hanno scoperto di essere giunti in anticipo; in netto anticipo, non tanto sul periodo di fioritura dei mandorli (almeno a questo ci pensa puntualmente la natura infischiandosene dei tagli ai finanziamenti pubblici e del low budget), ma sullo svolgimento della Sagra del Mandorlo in Fiore, quest’anno posticipata di un mesetto. L’arrivo degli spaesati artisti lituani non passa inosservato: stupiti turisti, ma anche agrigentini dai volti basiti si chiedono cosa vogliano fare i simpatici artisti già abbigliati con vistosi costumi folk e pronti all’esibizione. Feroci, invece, i commenti sui social per un grossolano errore da figuraccia internazionale. Il sindaco interviene subito. Marco Zambuto – ai media di mezza Sicilia – precisa di non saperne nulla, che nessun invito è stato fatto dall’amministrazione comunale e che denuncerà alla procura chi ha coinvolto impropriamente il Comune nell’inqualificabile vicenda. Spiacevole perché, al di là di chi siano le responsabilità, il teatrino con vittime i lettoni e i giapponesi denuncia, ancora una volta, il grado di approssimazione con cui ci si approccia al turismo in Sicilia. Per l’ennesima volta si ha l’impressione, fondata, che anziché rappresentare la prima voce della locale economia, il turismo, sia trattato come una piantina cui dare un po’ d’acqua di tanto in tanto. La Sicilia purtroppo non può permettersi figure barbine che fanno il giro del mondo; non lo può fare perché, vista dall’estero, deve ancora scrollarsi tanti orribili luoghi comuni. Non facciamo gli ipocriti: solo chi viaggia sa come e quante volte, l’isola sia ancora associata, nell’immaginario collettivo, alla parola mafia. Se da una parte l’associazione d’idee può apparire anacronistica nella sua complessità, dall’altra esiste ancora.
Tornando al caso dei lettoni e dei giapponesi giunti all’ombra dei templi in tempi decisamente acerbi, auguriamo loro un piacevole soggiorno nella bella Agrigento dove – tra le altre meraviglie – potranno ammirare la fioritura del mandorlo; almeno di questo spettacolo della natura ne godranno in esclusiva e in anteprima rispetto ai colleghi. Di sicuro conserveranno il ricordo di essere stati gli inconsapevoli protagonisti di una vicenda così brutta da far scendere il latte (di mandorla) alle ginocchia.