“Sebbene sia azione onesta, non è mai bello portare cattive notizie.
Date mille lingue a una notizia gradita, e le disgrazie si annuncino da sé nel momento in cui colpiscono”.
(Cleopatra: atto II, scena V, p. 124)
Beh sì, credo sia proprio così, e questo sarà il filo conduttore di questo blog.
Ma affinché i secoli non siano solo serviti a solcare il mio bel viso, e dal momento che non vi narrerò di vere e proprie disgrazie, bensì di storie di ordinaria follia, diamo lingua [o penna nel nostro caso] a queste pazzie!
S.ono P.azzi Q.uesti R.agusani… eh già.
Immaginate un sabato italiano, un aperitivo, il locale più intimo della Città… [città si fa per dire… ma questa è un’altra storia] non privo di atmosfera, luci calde, musica jazz di sottofondo, calici colmi di rossi blasonati, degustazione di DOP al TOP, parole sussurrate, promesse rubate, muscoli e sensi che finalmente si arrendono al vino, dopo una settimana di lotte estenuanti…
Siiiii! Comincia il relax del fine settimana!
Nooooooooo! Improvvisamente vengo investita da un veicolo in assetto Parigi-Dakar, ruote da cross, sospensioni pneumatiche, sterzo servo assistito… SANTINUMI, che succede?
I muscoli si irrigidiscono, i calici, travolti, si rovesciano sulla mia gonna di camoscio. Gli sguardi tra noi sembrano riprodurre L’urlo di Munch. Ma cosa ė accaduto, così, all’improvviso?
Nulla di più normale per questa città. Sono arrivate, puntuali come una cartella esattoriale. E si sono palesate nella forma di un incubo dell’aperitivo [ma anche delle cene/inaugurazioni/vernissage/mostre/et cetera et cetera]. Due coppie. Sì, due giovani coppie, i cui giovani papà lottano per la sistemazione logistica di 2 passeggini-replica-hummer, con al collo attaccati due neonati da spiaggiare proprio accanto a me e al mio compagno. Ora arrivano anche le giovani mogli in versione sabato-sera-style-postparto, con borsoni di tutti-i-tipi-di-stilisti, da cui pendono come ciondoli altri due bambini di circa 2/3 anni che, preso immediato possesso di due sgabelli a mò di percussioni, trasformano le note jazz in una tammuriata nera.
Ovviamente fuggiamo da questo inferno dal quale sarebbe scappato a gambe levate anche Il Sommo Poeta, stupiti dal fatto che, nonostante i nostri sguardi, e sappiate che i miei sono passati alla storia come i più eloquenti di tutti i tempi, i nostri nuovi compagni di aperitivo non sembrano affatto accorgersi del terremoto causato, del mood spezzato, della loro maleducazione disinvolta, sì, ecco, disinvolta mi pare il termine appropriato!
La favole insegna che…
Tutti hanno diritto ad un relax moment, e quando dico tutti, dico TUTTI. Ora, senza voler fare la morale a nessuno, vi dirò: in primis, il rispetto per il prossimo dove ė finito? Dove sta il confine tra il mio stare bene e il tuo “me ne frego di te, di tutti quelli che non sono io”?
E poi, mi chiedo: ma tu, giovane mamma; tu, giovane papà, non sareste più rilassati se dopo una settimana di lavoro, pianti, pappe, cacche e ninne nanne, e peppa pig a go-go, lasciaste per qualche ora quegli adorati pargoli alla nonna, alla zia, alla baby sitter [figura professionale sconosciuta al ragusano doc] per godervi il vostro aperitivo soli in formazione moglie/marito-fida-fido-amica-amico e via dicendo nelle varie, possibili opzioni? Poche ore di tregua faranno bene al vostro matrimonio, ai vostri figli, ma soprattutto a chi, come me, vuole godere della serenità di luoghi e riti che, storicamente, non sono consoni ai bambini.
Alla prossima Ragusani. Senza rancore,
la vostra Cleopatra.