Berlusconi, che i più consideravano oramai definitivamente fuori dalla scena politica, torna invece prepotentemente ad esserne protagonista principale ponendo al centro del dibattito la nuova legge elettorale e l’avvio di una seria riforma dell’assetto istituzionale del nostro Stato. La nuova legge elettorale, che è in atto in discussione alla Camera, è in gran parte condivisibile. Vi è però un neo che rischia di allontanare ancora una volta i cittadini dalla politica: la previsione delle liste bloccate. Poco importa se i collegi piccoli consentono comunque un rapporto più stretto tra eletto ed elettore, ciò che gli elettori chiedono a gran voce è di potere scegliere liberamente i loro rappresentanti con l’indicazione del voto di preferenza. Deve finire per sempre l’era dei nominati e delle scelte autoreferenziali, si deve ridare dignità e forza alla volontà dell’elettore riscoprendo che la classe dirigente, ad ogni livello, si seleziona in base alla correttezza, all’onestà, alla coerenza, alla competenza, alla professionalità, in una parola al merito, e non certo per la vicinanza o la fedeltà (peraltro regolarmente tradita alle prime difficoltà) al capetto di turno. Arbitri di questa selezione non possono essere altri che i cittadini elettori. In caso contrario continueremo a regalare voti a Grillo (che è il primo ad essere contento di potere nominare i suoi) e, soprattutto, ad incrementare l’astensionismo.