Mancando il parere del Collegio dei revisori dei conti, il Consiglio comunale di ieri si è concluso senza poter incardinare il punto relativo alla rimodulazione del Piano di riequilibrio finanziario: dopo un’ora di sospensione, la seduta è stata rinviata a questa mattina alle 11. Non sono mancate comunque le polemiche, così come non mancheranno oggi: la minoranza chiede infatti di poter disporre di un tempo adeguato per esaminare il parere, tanto che già ieri il consigliere Tato Cavallino aveva chiesto il rinvio di un giorno e che poi il consigliere Vito D’Antona ha chiesto il rinvio addirittura a domani. “Il Consiglio non è la sagra della vendemmia – ha detto polemicamente D’Antona -, e un punto così importante non può essere trattato alla leggera. Chiediamo il tempo per approfondire e dare anche il nostro contributo a quest’atto fondamentale per la città”.
Ieri sera, è arrivato anche un documento a firma dei consiglieri di Sel e del Pd: “Purtroppo, come espresso in altre occasioni, pur avendo avuto in tutti questi mesi gli elementi necessari per dirigere con cautela e moderazione la questione finanziaria, senza sottovalutazione della crisi ancora presente e con un Piano sottoposto all’esame del Ministero, si arriva all’ultimo momento con documentazione incompleta. L’Amministrazione in questo modo sceglie la strada di fare del Piano un atto proprio della sua maggioranza, escludendo che il provvedimento, per la sua delicatezza e per il fatto che, se approvato dal Ministero, riporterebbe la situazione finanziaria sui binari della normalità, non ancora acquisita, impegna il Comune per i prossimi dieci anni“.
Il termine ultimo per votare il Piano scade martedì 28 gennaio, giorno in c ui – tra l’altro – la Corte dei Conti ha già fissato un’audizione con l’amministrazione comunale.
Nel pomeriggio di ieri, dunque, l’unico dato concreto che è emerso è stata la dichiarazione di indipendenza del consigliere Giovanni Scucces, eletto nella lista del PdL. Scucces ha ampiamente argomentato la scelta: “Per motivi non voluti dalla mia volontà – ha detto – si è consumata a livello nazionale la scissione del PdL. Non esistendo più il partito in cui sono stato eletto è necessaria una scelta. La decisione che oggi manifesta la mia posizione politica è quella di indipendente, indotta dalla poca chiarezza del percorso politico che ha indotto la scissione del PdL. Questa decisione non modificherà gli atteggiamenti della mia vita politica che non hanno mai fatto prevalere gli interessi personali rispetto agli ideali di onestà e lealtà da sempre impiegati per onorare l’interesse della cosa pubblica. Lo scopo è tale e tale deve rimanere: il bene della mia, della nostra città di Modica”.