La ultra-centenaria Lucia Barone operata al femore

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La nonnina ragusana, Lucia Barone, in questi giorni del nuovo anno sta scrivendo un’altra importante pagina nel cammino di vita oltre il ragguardevole traguardo centenario, celebrato nel giorno della sua Santa, il 13 dicembre 2013; la nuova pagina trasfonde, ancora una volta, valori e significati non solo a chi ne sta partecipando, ma anche a chi soltanto ne legge il contenuto: nella precedente pagina dei suoi 100 anni avevamo potuto apprezzare una delle tante pillole di saggezza, “la profonda fede in Dio e nella Provvidenza da una parte e, dall’altra, l’altissimo valore attribuito alla famiglia, senza la quale nulla ha senso”; nella pagina odierna, la menzionata famiglia si trova stretta intorno a lei che, distesa in un letto del Reparto di Ortopedia dell’Ospedale Civile di Ragusa, non smette di rincuorare i presenti sul proprio stato di salute conseguente all’intervento chirurgico subìto per risolvere una recentissima frattura al femore, un intervento che la stessa Provvidenza ha voluto concretarsi nel giorno indicativo del suo compleanno, il 13, a distanza d’un mese dal centenario, in una beffarda cadenza tra la grande gioia per l’importante ricorrenza annuale e l’enorme sgomento per l’incidente occorso.
Tuttavia, chi si trova vicino a lei rimane basito anche in quest’ultima circostanza per la forza d’animo che traspare da quegli occhi azzurro-cielo e per la capacità di infondere tranquillità, con incuranza del patimento in corso.
Anche il chirurgo, Dr. Giorgio Sallemi, mostra stupore quando umoristicamente racconta d’aver appurato che la Fede e il coraggio della nonnina hanno la stessa consistenza dell’osso del femore operato, su cui è servito “fresare con insistenza” per la riparazione, aggiungendo che la paziente, durante l’intervento, ha confortato il lavoro dell’equipe nominando, più di una volta, il buon Dio e la Sua divina Provvidenza, che dev’essere accettata qualunque Essa sia.
E’ ovvio che la divina Provvidenza s’intreccia quasi sempre con l’operato dell’uomo, che nella fattispecie è da ricondursi all’alta capacità professionale del Primario Dr. Giorgio Sallemi, il quale, unitamente al suo Staff, rappresenta già da anni l’eccellenza nel panorama siciliano dell’ortopedia chirurgica: basti rammentare il complesso intervento nel 2011, durato otto ore e andato a buon fine, del reimpianto di avambraccio, completamente amputato a seguito di incidente sul lavoro, all’operaio palermitano Alessandro Calivà, che tanto clamore suscitò a livello nazionale, viepiù a distanza d’un anno con il riscontro del pieno recupero funzionale dell’arto.
La nonnina dagli occhi azzurro-cielo e capelli bianco-nuvola, che spirano un’aura di profondo candore e saggezza a chi ha il privilegio d’incontrarla, sembra già motivata a rialzarsi per lasciare il nosocomio, tanto che gli amici intenzionati a farle visita in quel luogo dovranno affrettarsi perché rischiano di non trovarla.