Nei giorni festivi il sindaco di Modica Ignazio Abbate ha deciso di dedicare un po’ del suo tempo a “fare pulizia” sul suo profilo Facebook e ha cancellato un bel po’ di “amici” che evidentemente non considerava davvero tali. E sta facendo parecchio discutere sul più frequentato social network della rete la segnalazione di Marcello Medica, fra le altre cose giornalista e rappresentante del Comitato per i Diritti del Cittadino, che nelle scorse ore ha comunicato ai suoi followers: “Il sindaco di Modica, Ignazio Abbate, o chi per lui, nelle scorse ore, mi ha tolto l’amicizia su tale social network. Chissà perché! Presumo perché, in questi mesi, mi sono permesso di fare segnalazioni sulla sua bacheca, così come sulla bacheca di alcuni suoi collaboratori e consiglieri comunali e così come in passato su quella dell’ex sindaco, Antonello Buscema e dei suoi collaboratori. Ritengo tale gesto legittimo ma, proprio perché fatto da un sindaco, contro la libertà democratica e tipico di un atteggiamento di chiusura per un sindaco che invece dovrebbe essere aperto alle segnalazioni e alle critiche dei propri concittadini. Forse, sono uno dei cittadini che ha ancora il coraggio di denunciare apertamente le cose che non vanno in città! Se è così, comunque, per me è un onore e ciò mi dà la forza di continuare ancor più nel mio impegno civile di cittadino, giornalista ed anche rappresentante (senza poltrona) dei tantissimi cittadini (222 voti validi) che nelle scorse elezioni comunali mi hanno voluto dare liberamente la loro fiducia”.
Il caso di Medica, tuttavia, non è il solo: allertati dalla sua segnalazione parecchi altri utenti Facebook si sono accorti di essere stati “banditi” dalla cerchia del sindaco.
Abbate, peraltro, in questi suoi primi sei mesi di Amministrazione non ha fatto granché uso dei social network come come mezzo per tenere i modicani informati sulle sue attività politiche e istituzionali: la sua bacheca è stata più che altro unilateralmente “invasa” da domande e segnalazioni da parte di singoli cittadini e rappresentanti di associazioni, come nel caso di Medica.
Fermo restando, dunque, il diritto del sindaco di utilizzare il suo profilo come meglio crede e di restringerne l’accesso alle persone che preferisce, è evidente che i singoli cittadini, a prescindere dalla vicinanza personale e dall’affinità politica con il loro primo rappresentante istituzionale, manifestano il bisogno di comunicare con lui anche attraverso questo mezzo. Forse sarebbe a questo punto opportuno che il suo staff, non certo sguarnito di professionisti, provvedesse ad attivare una pagina pubblica attraverso la quale tutti, anche coloro che il sindaco non considera “amici”, possano avere la possibilità di restare in contatto con lui.