Il lungo elenco delle imprese che abbassano la saracinesca

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Sono circa un centinaio le imprese sparite negli ultimi due anni a Vittoria. Attività artigianali, agricole e industriali che hanno abbassato definitivamente le saracinesche a causa della forte crisi economica, dell’impossibilità di accedere al credito e della pressione fiscale eccessiva. Numeri drammatici che si fanno ancora più tremendi se si torna indietro nel tempo, fino al 1996. All’epoca operavano a Vittoria circa 1200 imprese artigiane, oggi sono appena 700. Sono i numeri che vengono fuori dal Registro Imprese della Camera di Commercio di Ragusa a scattare questa foto desolante del nostro territorio e del nostro tessuto economico un tempo florido e vivace e che oggi langue. Se si considera che per ogni impresa c’erano in media 2 dipendenti che guadagnavano circa 800/1000 euro mensili ciascuno è facile calcolare come, negli anni, sia venuta a mancare liquidità finalizzata ai consumi per milioni e milioni di euro, oltre 4 milioni solo negli ultimi due anni.
La cronaca e l’attualità ci insegnano che qualcuno degli imprenditori che opta per la chiusura continua poi a lavorare in nero pur di andare avanti in qualche modo e mandare avanti la propria famiglia dignitosamente mentre i dipendenti percepiscono, nel migliore dei casi, l’indennità di disoccupazione per 3-6 mesi. Anche loro si trovano poi, spesso, costretti a lavori che nulla hanno a che vedere con le loro abilità se non addirittura al lavoro illegale o all’emigrazione.
La situazione in provincia è ovunque molto delicata ma il territorio modicano sembra essere quello che sta pagando il prezzo più alto sul fronte del commercio, del polo avicolo e della zootecnia. Il vittoriese, invece, è quello più penalizzato sul versante dell’agricoltura ma qui il discorso si fa un po’ più complicato. La crisi, infatti, per certi versi sembra essere strutturale e atavica (se si esclude qualche decennio di benessere come quello degli anni ’80) e solo aggravata da quella economica attuale.
Tornando ai numeri in provincia di Ragusa nel 2012 si sono registrati 38 fallimenti di imprese di cui 13 solo a Vittoria. Alla data del 15 novembre 2013 erano già 37 in provincia e 8 a Vittoria.
Un timido dato positivo e che lascia ben sperare in tanto buio e caos però c’è. Nel 2013, infatti, c’è stato un lieve aumento delle imprese attive: nel 2012 erano 6537, quest’anno sono 7236 e anche l’imprenditoria femminile mantiene la sua dinamicità e si difende bene.

Come si esce da questo momento tanto difficile? Quali le soluzioni?
“E’ una crisi che ha colpito il lavoro e non le banche che hanno contribuito a generarla – dichiara Giorgio Stracquadanio, responsabile organizzativo della CNA di Vittoria – e quindi proprio dal lavoro bisogna ripartire, dal sostegno alle microimprese. L’aiuto che non arriva dalle banche deve arrivare dallo Stato, dalla classe politica che deve conoscere i problemi della realtà che governa”.
Da anni ai vertici della CNA vittoriese. Quali fenomeni hai visto nascere e crescere parallelamente alla crisi?
Ce n’è uno che sta riguardando i giovani imprenditori. Molti sono i laureati che decidono di inaugurare una loro attività invece di mettersi a cercare lavoro, perché sanno che non ne troveranno. Approfittano dei pochi incentivi a disposizione per aprire le proprie partite IVA, alcuni subito dopo dottorati e master, altri direttamente dopo la laurea. Magari sono stati lontani per anni, si sono dedicati agli studi e alla fine scelgono di affrontare la crisi proprio tornando alle origini, alla manualità, alla terra.