Un paio di “capitani coraggiosi”, un po’ incoscienti come devono essere coloro che amano il calcio, hanno salvato oltre 80 anni di storia calcistica rossoblù. E’ stato, così, possibile riportare il “caso Cundari” sui giusti binari di una trattativa economica basata su rimborsi e conti da pagare (questo, almeno, si è intuito con un pizzico di buon senso). Il Modica – dopo una rinuncia nel campionato di Eccellenza e il rischio di scomparire – ha giocato a Viagrande, è sceso in campo con otto giocatori, ha perduto contro un avversario che si è comportato in maniera signorile, ed ha cominciato a ripercorrere la strada della leale competizione sportiva per salvare il titolo. La prossima tappa – come hanno dichiarato il presidente Pietro Bellia e il suo vice, Sebastiano Failla – sarà quella di salvare la categoria. Un passo importante, comunque, è stato fatto. Finalmente ha contribuito positivamente anche l’amministrazione comunale che ha abbandonato l’atteggiamento supponente delle scorse settimane per convertirsi a quel “fair play” che è necessario in ogni trattativa, specie se si ha a che fare con squadre di calcio. Ora, l’ennesimo appello alla classe imprenditoriale modicana per un progetto serio che potrebbe anche partire dalla realizzazione di uno stadio accogliente non solo per gli ultras ma, anche, per le famiglie, approfittando delle leggi di recente emanate. Il futuro del calcio dilettantistico è nei giovani e nella loro valorizzazione. La scommessa per questi “capitani coraggiosi” – e anche un po’ incoscienti – è di riportare allo stadio tanti tifosi. Speriamo che ciò accada da subito.