I carabinieri della Stazione di Marina di Ragusa hanno denunciato un truffatore luinese per sostituzione di persona e utilizzo di documento d’identità falso. L’uomo era già stato coinvolto in un vasto giro di truffe tra la Svizzera e la provincia di Varese.
Circa un mese or sono, un infermiere di Marina di Ragusa originario di Chiaramonte Gulfi s’è presentato in caserma a Marina disperato. Gli era infatti capitato di essersi presentato in banca per un modico prestito e di aver ottenuto un rifiuto in quanto cattivo pagatore. Proprio lui che non aveva mai avuto debiti con nessuno. La cosa non gli andava giù e aveva intuito che non poteva essere un banale errore del sistema informatico. Vi erano infatti svariati e ingenti debiti non onorati registrati alla “Centrale Rischi Finanziari”.
Presentatosi in caserma, quindi, ha denunciato tutto ai carabinieri che subito si son messi al lavoro. Impegno non facile, dato che hanno minuziosamente dovuto ricostruire un puzzle con elementi molteplici e pure distanti. È infatti da subito emerso che il malcapitato chiaramontano aveva acceso diversi prestiti e leasing per acquistare una barca a vela di 350.000 euro lago Maggiore, a Laveno Mombello (Va) e alcune auto di grossa cilindrata. Il tutto poi, ovviamente, non era stato pagato…
Le finanziarie e le banche avevano ricevuto una carta d’identità del comune di Torino con i dati anagrafici del chiaramontano e la foto – invece – del truffatore. Il numero del documento, però, era corrispondente a una carte emessa dal comune di Pisa ed effettivamente davvero esistente, nonché “in mano” al legittimo titolare, un pisano. Peraltro la vittima mai era stato domiciliato o residente né a Torino né a Pisa. Ilò falsificatore del documento verosimilmente aveva modificato il numero seriale su una carta rubata a Torino.
I militari della Stazione di Marina di Ragusa quindi, giunti a una strada senza uscita, si sono concentrati sui beni acquistati dall’ignoto truffaldino di cui loro avevano solo la foto. Hanno quindi scoperto che tra il 2012 e il 2013 c’era stato un traffico di veicoli provento di truffa e appropriazione indebita, dall’Italia verso la Svizzera, ove l’associazione per delinquere che aveva organizzato il tutto rivendeva i beni traendone i profitti e lasciando le finanziarie e le banche con qualche inutile pezzo di carta in mano…
Spedita la foto del sospettato ai carabinieri di Luino, gli stessi hanno subito riconosciuto un loro compaesano, il quarantaduenne R.M., già coinvolto nell’inchiesta denominata “truffa del dottor Colombo” condotta dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Luino (Va) nei confronti di un sodalizio criminale dedito all’acquisto di beni di lusso con finanziamenti intestati a nomi di ignari cittadini per poi andare a esportare e rivendere veicoli e barche nella limitrofa Svizzera. Ad aprile 2013 erano state in provincia di Varese arrestate 7 persone e 60 denunciate, accertando un giro d’affari illecito per oltre 2.500.000 euro, e altresì sequestrando 28 autovetture di lusso e uno yacht del valore di circa 350.000 euro, quello, appunto, per cui il povero infermiere ragusano s’era visto accusato di non onorare i debiti. L’indagine aveva accertato che indigenti prestanome dell’organizzazione, per una contropartita di poche centinaia di euro, si vestivano di tutto punto andando alle banche a chiedere dei leasing, e in un caso addirittura tentando l’acquisto di un cavallo da corsa…
Il Tribunale di Varese, i primi di ottobre scorso già aveva condannato la maggior parte dei soggetti coinvolti, assolvendone uno solo e rinviandone altri a giudizio.
L’infermiere, a circa 1.600 chilometri dal teatro della maxi truffa, ha almeno avuta indietro la propria identità e, ci si augura, sarà in tempi rapidi cancellato dalla banca dati dei cattivi pagatori potendo comprarsi infine l’auto (utilitaria però) nuova…