Rapina e tentato omicidio, il cerchio si è chiuso

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 Il 26 novembre i suoi complici, ZAHARIA CAROL MUGUREL, 33enne rumeno, domiciliato Vittoria – Contrada Pozzo  Bollente, celibe, pregiudicato per reati contro il patrimonio e MORARU MIHAI, 24enne rumeno, domiciliato  Vittoria – Contrada Pozzo  Bollente, celibe, incensurato, erano stati fermati dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Vittoria unitamente ai colleghi della Stazione Carabinieri di Vittoria.
Ieri mattina, dopo oltre una settimana di vita in incognita, è toccato a lui essere rintracciato dai militari del Nucleo Operativo nei pressi della Stazione Ferroviaria ed essere assicurato alla giustizia:
– DARABANA CRISTIAN PETRU, 23enne rumeno, domiciliato a a Vittoria, celibe, incensurato,
poiché ritenuto responsabile di aver preso parte alla rapina consumata alle prime luci dell’alba di domenica 3 novembre ai danni di E.M., 35enne rumeno bracciante agricolo, all’interno di un casolare di un’azienda agricola in Contrada Gaspanella di Vittoria. Infatti, nel prosieguo delle indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore di Ragusa Dottoressa Monica Monego, è emerso che quella notte non furono in due, bensì in tre ad agire, facendo irruzione nell’alloggio rurale e scagliandosi violentemente contro il proprio connazionale. Nello specifico veniva accertato che il terzo uomo DARABANA, oltre ad aver concorso materialmente nell’esecuzione del delitto, aveva svolto l’importante ruolo del basista avendo lo stesso lavorato quale bracciante agricolo presso l’azienda teatro del gravo fatto criminoso, e dove attualmente ancora lavorano i suoi genitori.
Questi i fatti: i tre introdottisi nell’alloggio mediante la finestra del bagno, previa rottura della rete di protezione, avevano sorpreso la vittima nel sonno buttandogli addosso una coperta per evitare di essere riconosciuti, colpendolo ripetutamente al capo con un mezzo contundente, verosimilmente un’ascia o una fascetta in metallo utilizzata per la copertura delle serre, provocandogli “severe ferita da taglio regione parietale destra, sinistra e regione frontale e padiglione auricolare sinistro”, così come recitava la prima diagnosi dei medici dell’Ospedale Guzzardi di Vittoria ove lo stesso era stato immediatamente trasportato quella domenica mattina. La vittima era stata ricoverata presso il Reparto Neurologia del citato nosocomio in “prognosi riservata”, venendo successivamente trasportato, mediante ausilio dell’ elisoccorso, presso l’Ospedale Cannizzaro di Catania per essere sottoposto a delicato intervento chirurgico alla calotta cranica, venendo ivi dimesso lo scorso 25 novembre. Sul luogo del fatto era intervenuto il Comandante della Stazione di Vittoria supportati dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, per i rilievi scientifici del caso e la prima ricostruzione dei fatti. Fin da subito era apparso chiaro che l’aggressione aveva avuto come scopo principale la rapina ai danni del cittadino rumeno, al quale i due avevano preventivamente richiesto la consegna di denaro contante, al cui diniego era scattata l’inaudita violenza. Dall’alloggio erano stati infatti asportati un telefono cellulare marca Samsung, un i-pad, una tv lcd 12’’ e altro materiale elettronico per un totale di euro 1.500 circa.
Anche il DARABANA, alla luce delle nuove risultanza investigative, veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto, essendo altresì emerso che lo stesso, dopo l’arresto dei due connazionali, nutriva forte paura di essere rintracciato e pertanto aveva iniziato a pianificare un ritorno nel proprio paese di origine. Al termine delle formalità di rito, lo stesso veniva associato presso la Casa Circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea davanti la quale dovrà rispondere del reato di rapina aggravata e tentato omicidio in concorso con i due connazionali attualmente in carcere, così come disposto in sede di convalida dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa.
Si chiude quindi con tre fermi, una vicenda che aveva alimentato grande paura nella campagne vittoriesi, non escludendosi peraltro che i tre possano aver commesso reati simili nelle aree circostanti.