La situazione economico-finanziaria che vive il Comune di Pozzallo desta gravissima preoccupazione.
La recente azione di verifica del Bilancio da parte della Corte dei Conti ha scoperchiato una realtà di debiti e di conti taroccati.
Certo, anche Pozzallo vive la situazione di disagio degli Enti locali italiani e siciliani dovuta ai continui ed eccessivi tagli dei trasferimenti operati da Stato e Regione.
Tuttavia, a queste politiche centralistiche, localmente non si è operato per salvaguardare il tessuto dei servizi comunali con politiche di razionalizzazione della spesa.
Si è preferito mettere in atto, invece, almeno nell’ultimo quindicennio, una politica di spreco delle risorse, di finanza allegra e “ creativa”, attraverso politiche di bilancio in cui venivano gonfiate le previsioni delle Entrate; nascosta buona parte delle spese sostenute; fatto frequentemente ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti con l’accensione di mutui in quantità industriale; reso inesigibile una grossa quantità di debiti.
Il peso delle responsabilità non può ancora una volta cadere sulle spalle dei soliti noti, vale a dire coloro i quali hanno sempre pagato i tributi, mentre continueranno a farla franca gli evasori di sempre, stante che l’evasione mai è stata considerata azione strategica di intervento, come anche di recente conferma lo stato di abbandono e di trascuratezza vissuto dal Settore Tributi.
E ancora: il pur minimo tessuto sociale inclusivo, garantito da un welfare locale che ha risentito dei tagli ma anche delle politiche clientelari del passato, non può essere ancor più scalfito in quanto gli utenti bisognosi verrebbero a subire le conseguenze a fronte magari della beffa dell’aumento della tassazione per servizi collettivi.
Infine, ma non per ultimo: l’inversione di tendenza rispetto alle precedenti gestioni che purtroppo non si è registrata ha fatto segnare proprio in questi giorni un punto negativo rispetto ad esempio alla TARSU, portata al massimo ( quasi al 100%) che invece andava ad essere modellata secondo accortezza e opportunità stante che con il deliberato aumento vertiginoso si allargherà la fascia dell’elusione per l’impossibilità (e non tanto per la volontà) di poter pagare.
Eppure in questo contesto era da accogliere la proposta formulata dalle associazioni datoriali e di categoria, come ad esempio CNA e ASCOM, che insistevano invece su una meno ragionieristica politica dell’aumento dei cespiti ai danni di cittadini e operatori commerciali segnati profondamente da una crisi lancinante.
Il segnale di allarme e di preoccupazione che ci sentiamo di lanciare è dato dalle innumerevoli segnalazioni che da più parti del tessuto sociale pozzallese ci provengono, insieme e oltre le categoria di rappresentanza solite del Sindacato, vale a dire mondo del lavoro dipendente e dei pensionati, oltre che dai disoccupati, dai cassintegrati, dai soggetti posti in mobilità.
La CGIL ripropone una equa politica soprattutto delle Entrate che passa attraverso la lotta senza quartiere agli evasori, gli accorgimenti strutturali del Bilancio legati alla lotta agli sprechi e alle inefficienze, a un agire virtuoso in termini di monitoraggio costante della situazione di Cassa oltre che di Competenza dell’Ente comune.
Con i tagli al welfare, la tassazione esasperatamente aumentata al massimo, l’inefficienza burocratico-amministrativa – in una parola con una visione ragionieristica di macelleria sociale – il Comune di Pozzallo non risolverà mai i suoi problemi strutturali di Bilancio ma, al contrario, esaspererà lo scontro sociale, lo scollamento tra Istituzione e cittadini, la tendenza ad evadere stante l’impunità conclamata.
È giunto tempo di invertire la rotta, dare un segno di discontinuità netta col passato, di operare in trasparenza e con conti non taroccati ma veri: solo così si potrà sperare di evitare il baratro del dissesto, con le gravissime e deleterie conseguenze che il dissesto è portatore insano, o almeno poter dire di averci tentato.