Eccezion fatta per Monterosso Almo, dove per la seconda casa è stato confermato il tetto minimo del 7,6 per mille, e Modica, dove c’è stato un innalzamento all’8,6, è il capoluogo la città della provincia iblea dove per le abitazioni che non siano quella di residenza si paga di meno. Su proposta della giunta, poi confermata dal consiglio, un paio di settimane fa, a Ragusa l’Imu per la seconda casa è passata dal 7,6 per mille al 9. Sono stati esclusi dai rincari le categorie artigianali e gli opifici, che rimangono al 7,6. Un aumento più contenuto rispetto a quanto avvenuto in diversi altri centri della provincia, mentre in altri l’impennata c’era stata già lo scorso anno e quest’anno si è provveduto a confermare l’aumento dell’anno precedente. E’ il caso di Santa Croce Camerina dov’è rimasta invariata la percentuale per la seconda casa al 9,6 per mille. Nella cittadina camarinense gli edifici di classe D (capannoni artigianali ed opifici), così come le aree edificabili sono tassati al 7,6, con una riduzione di due punti percentuali rispetto allo scorso anno. A Giarratana confermato per la seconda casa il 9,6 per mille. Ad Acate incremento sulla seconda casa e sulle altre proprietà che non sono fonti di reddito, con aumento di due punti: si passa dal 7,60 per mille al 9,60. Stessa percentuale anche a Pozzallo. Lievemente più alta a Vittoria, con gli altri immobili, esclusa l’abitazione provinciale, che prevedono un Imu al 9,8 per mille. A Chiaramonte Gulfi confermato l’aumento dello scorso anno: si paga anche quest’anno al 9,6 per mille. A Scicli è stato deliberato l’aumento, passando dal 7,60 al 9,60. Il consiglio ha anche stabilito che, l’unità immobiliare concessa in comodato d’uso gratuito con regolare contratto, solo per la seconda rata verrà considerata come prima abitazione. Un vero salasso per i contribuenti di Comiso e Ispica, che pagano con la percentuale massima, ossia il 10,60 per mille. Una scelta “obbligata”, dettata dalla dichiarazione di dissesto.