L’ex patron del Modica Calcio, Radenza: “Ripensiamo all’idea di una squadra comprensoriale”

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Avevamo già programmato questa intervista da giorni ma è andata a coincidere proprio nel giorno in cui il Modica Calcio ha abbandonato Modica. Siamo andati a trovare Riccardo Radenza, l’ultimo presidente tifoso che due anni fa lasciò dopo tante soddisfazioni e qualche dolore. Inevitabile chiedergli subito un suo commento su questa situazione. “Ho lasciato perdere da quando ho passato la mano. Mi sono disinteressato volutamente di questo calcio.  Ma avendo vissuto in prima persona non mi sento di dare la colpa la sindaco per quello che è successo.  Se da un lato è vero che Cundari mette i soldi e le scelte le deve fare lui, dall’altro è anche vero che il comune non è nelle condizioni di stanziare fondi per il pallone avendo altre necessità impellenti. Ricordo che quando decisi di lasciare nemmeno Buscema era riuscito a trovare imprenditori in grado di tenersi la squadra, tanto da dover cercare altrove la soluzione dopo la breve parentesi Iacono”.

Cundari non è mai stato tenero nei suoi confronti per le condizioni in cui trovò la società.

“Era già da un anno che dicevo di voler lasciare. Sono rimasto un anno in più  perché non c’era nessuno disposto a subentrare e per non far scomparire il Modica, di cui rimango un grande tifoso, ho tirato avanti un’altra stagione. Ho lasciato non chiedendo un euro, anzi la società aveva ancora qualche credito in Lega ( leggasi cessione di Maiko Candiano). Cundari aveva piena contezza di quello che stava andando a prendere. Non è colpa mia se appena arrivato è entrato in contrasto con le scuole calcio modicane con le quali reggeva un certo equilibrio rotto dal suo atteggiamento. Non è colpa mia se i soldi di Candiano sono finiti alle scuole calcio piuttosto che a lui”. Radenza si riferisce, aggiungiamo noi, all’accordo tra Modica Calcio e Scuole Calcio, in primis Airone, secondo il quale le scuole davano giocatori alla prima squadra che in cambio versava un tot l’anno nelle loro casse impegnandosi a non effettuare leve calcistiche per non entrare in concorrenza. Accordo rotto da Cundari che decise di mettere su la scuola calcio del Modica salvo poi chiuderla qualche mese dopo.

Alla luce del fallimento dei progetti di Ragusa, Modica e Scicli oltre che probabilmente del Vittoria,ritorna di stretta attualità un’idea che aveva lanciato in tempi non sospetti, quelli di squadra comprensoriale.

“Purtroppo ci accontentiamo di essere proprietari del nulla piuttosto che essere co-proprietari di qualcosa di importante. Che senso ha parlare di Modica, Vittoria e Ragusa quando scompariranno da qui a breve?  Non è meglio unirsi tutti insieme e fare un’unica società per portare avanti un progetto serio? Di che cosa rimane tifoso il tifoso del Modica Calcio se la squadra non esiste più? Se pensiamo che è meglio rimanere tifoso del nulla piuttosto che tifare insieme al ragusano o al vittoriese una squadra forte allora giusto continuare così. Inutile prendersela con l’imprenditore che non si fa avanti o con l’amministrazione che non riesce ad aiutare la squadra. L’imprenditore deve pensare a pagare i suoi dipendenti e non ha soldi da buttare nel calcio. Quelli che si sono alternati in questi anni un po’ ovunque  sono tutti progetti a breve termine che non hanno futuro in questo momento”.

Se tornasse indietro rifarebbe le stesse scelte?

“Se tornassi indietro rifarei questa esperienza  per l’amore che provo per questi colori ma proporrei almeno un anno prima la squadra provinciale e avrei lasciato nel momento in cui mi sarebbe stato detto che la squadra provinciale era irrealizzabile”.