Nel pomeriggio del 17 novembre 2013, i Carabinieri della Tenenza di Scicli, hanno arrestato Alessio Aprile, sciclitano classe ’86, per il reato di maltrattamenti in famiglia con l’aggravante di averlo commesso in presenza dei figli minori degli anni diciotto.
Intorno alle ore 14 del 17 novembre, la Centrale Operativa dei Carabinieri di Modica ha ricevuto una telefonata da parte di una donna che richiedeva soccorso poiché il marito la stava picchiando; immediatamente, una pattuglia della Tenenza di Scicli interveniva presso l’abitazione della donna.
I militari dell’Arma, giunti nell’appartamento, accertavano che Aprile, dopo un’accesa lite, aveva aggredito e picchiato la moglie convivente. La donna pertanto, a causa delle lesioni ricavate, si recava presso il pronto soccorso dell’ospedale di Scicli dove le riscontravano alcuni traumi contusivi con una prognosi di otto giorni.
Durante la lite erano presenti i due figli minori della coppia, di 2 e 4 anni, che hanno assistito ai maltrattamenti dell’uomo alla propria moglie.
Proprio nella giornata del 16 novembre, la donna aveva presentato ai Carabinieri di Scicli una querela per analoghi fatti, denunciando che qualche giorno prima aveva subito un’altra aggressione da parte del marito.
A seguito della querela sporta, i Carabinieri hanno fin da subito seguito la vicenda, interessando anche i centri antiviolenza, ed infatti, proprio ieri pomeriggio, non appena avvenuta l’ulteriore aggressione nei confronti della donna, hanno proceduto all’arresto di Aprile Alessio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravato dal fatto di aver commesso il reato in presenza dei figli minori degli anni diciotto e pertanto è stato tradotto presso la casa circondariale di Ragusa.
In materia, proprio recentemente, il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legge, convertito in Legge in data 15 ottobre 2013, riguardo la “Prevenzione e contrasto della violenza di genere”, disposizioni finalizzate a rafforzare gli strumenti di prevenzione e repressione di alcune fattispecie delittuose consumate nel più ampio ambito della “violenza domestica”, intesa come “tutti gli atti, non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o persone legate da relazione affettiva in corso o pregressa”.
Il provvedimento individua, tra l’altro, nuove aggravanti in materia di “maltrattamenti in famiglia”, “violenza sessuale” e “atti persecutori”, contemplando altresì l’irrevocabilità della querela con riferimento a quest’ultimo reato.
Tra i nuovi e più incisivi strumenti di contrasto, l’introduzione dell’art. 384 bis c.p.p che conferisce alla Polizia Giudiziaria la facoltà, previa autorizzazione del Pubblico Ministero, di disporre l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa, nei confronti di chi è colto in flagranza di reato, ove sussistano fondati motivi per ritenere che le condotte criminose possano essere reiterate ponendo in grave ed attuale pericolo la vita o l’integrità fisica della vittima.
Infine, la Legge del 15 ottobre 2013, ha modificato l’art. 380 c.p.p, prevedendo, con riferimento al reato di atti persecutori e di maltrattamenti in famiglia, l’arresto obbligatorio in flagranza.
Le recenti disposizioni, tra l’altro, sono state oggetto di conferenza, lo scorso 15 novembre, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Ragusa, tenuta dal Pubblico Ministero Dott.ssa Monica Monego e dal G.I.P Dott. Claudio Maggioni, della Procura/Tribunale di Ragusa, a cui hanno partecipato i militari dell’Arma dipendenti e i responsabili dei Centri antiviolenza di tutta la provincia.
In conclusione, visti i frequenti casi di reati in tale ambito, è stato realizzato un protocollo d’intesa tra i Ministri dell’interno e per le Pari Opportunità, volto ad individuare ipotesi di collaborazione per il contrasto alla violenza sessuale e c.d. “di genere” e pertanto è stato realizzato un raccordo tra il call center antiviolenza, il cui numero è “1522”, e le Forze di Polizia mediante un collegamento diretto telematico e telefonico.
Il servizio, in particolare, prevede che l’operatore del numero “1522”, all’atto della ricezione di segnalazioni inerenti violenze subite, allerti telefonicamente le Centrali Operative delle Forze di Polizia e successivamente inoltri una “scheda informazioni” contenente gli elementi necessari per l’attuazione degli interventi.
A tal proposito, i Carabinieri, sensibilizzano a denunciare tempestivamente questo tipo di reati, o interessando anche i Centri antiviolenza, poiché spesso, per motivi psicologici o per timore di ritorsioni, non vengono portati a conoscenza, rischiandone la reiterazione o il verificarsi di episodi più gravi. Infatti, un’immediata denuncia o segnalazione di fatti di violenza c.d. “di genere” permette alle Forze dell’Ordine di poter intervenire immediatamente scongiurando l’aggravarsi della situazione.