Il mondo delle aste giudiziarie in provincia di Ragusa sarebbe sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato. Pare che le forze dell’ordine abbiano compiuto perquisizioni nei confronti di professionisti iblei, a vario titolo orbitanti in questo delicato ambito.
Il mondo delle aste giudiziarie iblee sarebbe finito nel mirino della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato di Ragusa. A seguito delle perquisizioni operate, sembrerebbe che gli inquirenti abbiano sequestrato ingente materiale cartaceo che farebbe presupporre l’esistenza di conti correnti esteri. Pare che sotto la lente di ingrandimento siano finiti casi di fallimento, e circostanze di creditori che vantano i loro diritti nei pagamenti. La congettura investigativa a cui pare si stia lavorando sarebbe l’attuazione del modus operandi di tentare di lasciare deserte le prime convocazioni delle aste giudiziarie, per poi acquistare con una svalutazione considerevole di quasi il 60/70% del reale valore del bene messo all’asta. Non si escluderebbero presunti collegamenti addirittura anche con fenomeni di usura. Basta che colui che intende riacquistare il proprio bene si rivolga al nuovo acquirente, disponibile alla cessione-vendita, addirittura con il prestito di somme di denaro a strozzo. Risulterebbe ancora, che per occultare il tutto sarebbero stati attivati conti correnti di appoggio all’estero. Si tratterebbe di una indagine in continua evoluzione che avrebbe come punto di partenza le presunte perquisizioni operate in questi giorni.