Vendita delle spiagge – con dietrofront finale del Pd, e un Pdl che rimane solo – ma anche sconti sull’Irpef. Due battaglie che tengono banco all’indomani di una giornata in cui sugli emendamenti allalegge di Stabilità si consuma lo scontro tra le anime che sostengono il governo delle ‘larghe intese’.
Di fatto, è sulla cessione degli stabilimenti balneari che esplode il caos vero e proprio. Una polemica furiosa che obbliga il Partito democratico a inserire la retromarcia e a ritirare l’emendamento fotocopia finito sotto accusa: la vendita, cioè, delle aree su cui sorgono gli stabilimenti balneari, sinora in concessione, con la contestuale offerta agli attuali concessionari del diritto di prelazione all’acquisto. Un modo, secondo il Pdl, per mettere da parte risorse da destinare soprattutto al cuneo fiscale, assieme alla sanatoria delle cartelle esattoriali. La questione, già finita al centro delle polemiche e nel mirino del centrosinistra, oggi aveva fatto arrabbiare i Verdi, che avevano puntato il dito proprio contro i democratici.
Immediata la dichiarazione della senatrice Venerina Padua: “Chi conosce il mio impegno,lungo di anni,sa quanto mi sono prodigata per difendere il nostro ambiente. Ho firmato un emendamento che non prevedeva assolutamente la volontà di privatizzare le nostre spiagge,bene prezioso e di tutti. Per evitare ogni strumentalizzazione ho ritirato la mia firma e,successivamente, lo stesso emendamento e’ stato soppresso dal Partito Democratico”.