Sgominata dalla squadra mobile di Ragusa, con il coordinamento della dda di Catania, una frangia di un’organizzazione di stampo mafioso di Vittoria affiliata a Cosa Nostra che imponeva da tempo servizi di guardania, vigilanza e sorveglianza, a numerosi imprenditori del versante ipparino e non solo. Stanotte sono state eseguite le ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Massimiliano Avola, di 37 anni, ritenuto il presunto leader carismatico della consorteria criminale; Francesco Guastella di 53 anni, ex guardia giurata, già amministratore della Società “La Custode”, che è stata sequestrata stanotte, e i due cugini Enzo e Gianluca Rotante, rispettivamente di 43 e 36 anni. Tutti sono di Vittoria. I due cugini – secondo quanto riferito dagli inquirenti – avrebbero avuto l’incarico di riscuotere i proventi dell’attività illecita, di porre in essere, a titolo di ritorsione, furti e danneggiamenti ai danni delle aziende che non accettavano i servizi imposti dall’organizzazione criminale di stampo mafioso. In buona sostanza avrebbero messo in atto una sistematica attività estorsiva in danno di molteplici imprenditori di Vittoria che tra l’altro non avrebbero presentato denuncia alcuna. Il quinto arresto ha riguardato un soprintendente della polizia di Stato, del commissariato di polizia di Vittoria, ma da tempo assente dal servizio per motivi di salute. Si tratta di Santo Ruggieri, di 49 anni, originario di Messina. Nei suoi confronti l’accusa è esclusivamente di favoreggiamento personale, in quanto sarebbe risultato, dalle indagini, avere rapporti abituali e significativi con Avola , al quale avrebbe fornito anche informazioni sulle indagini in corso. Le indagini, svolte lo scorso anno e in parte anche nel 2013, hanno consentito di accertare che il gruppo criminale aveva creato una società denominata “La Custode” per fornire un’apparenza legale all’attività illecita. Nei fatti l’agenzia in questione si sarebbe dovuta occupare di servizi alle imprese, nei fatti svolgeva abusivamente attività di vigilanza privata, che veniva imposta agli imprenditori. Facendo leva sulla forza d’intimidazione – hanno spiegato gli investigatori – attuata anche tramite l’esecuzione di furti e danneggiamenti neiconfronti di numerose aziende agricole, l’organizzazione criminale sarebbe riuscita ad imporsi in regime di monopolio, nel settore della vigilanza, escludendo tutti gli altri istituti dì vigilanza, operanti sul territorio legalmente.