Credo che per parlare del futuro del partito democratico di Modica si debba partire dalle dinamiche che si sono sviluppate sino al congresso cittadino e da quanto emerso nel corso dello stesso.
Non vi può essere alcun dubbio che negli ultimi tempi, e specie dopo le ultime amministrative, si è assistito da un lato a un partito “spento” per ciò che riguarda le iniziative politiche e dell’altro a un desiderio da parte di numerosi iscritti e simpatizzanti di essere alternativi per modo e stile di fare politica al precedente gruppo dirigente.
Una costruzione del futuro non può prescindere dall’analisi dei motivi che nel tempo hanno portato il Pd modicano ad un calo dei tesseramenti e persino una scarsa partecipazione agli stessi lavori congressuali.
Cause certamente da ricercare nell’immagine che il partito a tutti i livelli (dal nazionale al locale) ha dato di sé ai propri elettori.
Ciò sarà oggetto di un ampio dibattito nelle prossime riunioni del coordinamento che sarà aperto alla partecipazione di tutti gli iscritti e i simpatizzanti proprio per permettere un confronto sincero e leale su ciò che è stato e su come vogliamo sia il partito.
Il partito che voglio contribuire a costruire con l’apporto di tutti è un partito che parta dall’ascolto delle persone, sia come singoli individui sia nelle categorie ove si sviluppa la loro attività lavorativa e sociale, e che dal reciproco confronto faccia nascere delle proposte politiche che come democratici dovremo sostenere con convinzione e coerenza.
Il centro della nostra attività politica, per noi democratici che siamo gli eredi di due grandi partiti popolari, dovrà essere la persona che, a differenza della visione berlusconiana, vediamo inserita in un contesto sociale dal quale ne derivano diritti e doveri.
E’ nostro compito di democratici ripristinare questo delicato ma inderogabile equilibrio tra la persona e la società che il ventennio berlusconiano, complice anche una sinistra troppa sopita, ha compromesso in più punti.
E i diritti della persona così come chiaramente e puntualmente indicati nell’art. 2 della Costituzione devono essere al centro anche della vita del partito nelle relazioni tra gli iscritti e tra i componenti il gruppo dirigente.
Non serve sottacere che la mia elezione a segretario ha segnato 57 schede bianche su circa 187 votanti.
E’ un numero che va oltre un mero segnale simbolico e che deve essere rispettato nell’ambito di una corretta dialettica politica.
Il dato positivo che emerge da questo congresso è che con la lista unitaria si è voluto salvaguardare e unire le esigenze di non disperdere la memoria di chi questo partito lo ha col proprio sacrificio costruito e nel contempo dare spazio a chi vuole un rinnovamento di stili e modi di fare politica.
Sarà adesso compito di tutti, nel puntuale e coerente rispetto delle posizioni che si son volute assumere, lavorare perché si passi dal PD al Partito Democratico ossia ad una formazione politica ove vengano rimossi gli ostacoli che impediscono a tutti coloro che lo vogliano di dare il loro contributo in termini di idee e proposte.
In un periodo che ci vede in minoranza in Consiglio comunale, io voglio lavorare per un partito che non si ponga aprioristicamente all’opposizione di ogni iniziativa perseguita dall’attuale amministrazione comunale ma che invece elabori insieme alle forze di opposizione a noi vicine, e mi riferisco a Sel, un progetto politico per questa città chiamando allo stesso tempo a prendervi parte tutte le forze politiche, movimenti e associazioni civiche che siano interessate.
Un’ idea politica di Modica che la veda allineata ai moderni standard europei di città per efficenza dei servizi, rispetto e recupero del territorio, benessere dei suoi cittadini.
Non mi ritengo il detentore di questa idea perché questa deve nascere dal confronto con i nostri concittadini nei luoghi dove essi vivono, lavorano, discutono di problematiche cittadine.
Un progetto politico infine non può fermarsi all’ombra di un campanile perché per essere efficace e all’altezza dei tempi attuali deve necessariamente coinvolgere l’intero comprensorio e quindi i circoli dei comuni viciniori per le relative tematiche.
Il partito democratico di Modica con le sue idee e proposte deve essere al centro del dibattito di queste problematiche e in particolare di quelle che interessano il passaggio dalle province ai liberi consorzi di Comuni.
Sono fermamente convinto che Il Pd di Modica, per la sua storia e per le persone che lo compongono e lo sostengono non si sta spegnendo lentamente come una candela e che con la collaborazione di tutti riusciremo a dimostrarlo.
Giovanni Spadaro