La forza dei numeri alla fine ha prevalso, anche a parti invertite, nell’elezione del presidente della sesta commissione consiliare. Stamane l’organismo si è nuovamente riunito, dopo lo stop forzato dal Movimento cinque stelle che aveva sollevato dubbi sulla costituzione delle commissioni, in particolar modo della situazione relativa al consigliere Elisa Marino, passata al gruppo misto.
Proprio sul nome del consigliere Marino è stato chiesto di convergere, al fine di eleggere un presidente all’unanimità, donna. Queste le motivazioni espresse da Maurizio Stevanato dei Cinque stelle quando ha invitato i consiglieri di minoranza a fare un passo indietro e non insistere sul nome di Giorgio Mirabella.
Ipotesi assolutamente non accolta. “Ci stiamo al gioco delle parti, comprendiamo gli imbarazzi però – ha affermato Maurizio Tumino, PdL – deve arrivare un momento in cui si inizi realmente lavorare per la città. Riconosciamo tutti le capacità della Marino ma non accettiamo questo meccanismo che appare ancora una volta un pretesto per esasperare i toni. Non siamo più disposti a stare ai giochi e agli umori dei Cinque stelle”. “Il tentativo di spaccare l’opposizione – ha aggiunto Mario D’Asta, Pd – lascia intravedere la pochezza del movimento. Inoltre credo sia umiliante proporre il nome della Marino solo perché donna”.
L’esito della votazione ha evidenziato ancora una volta il muro contro muro tra le parti politiche all’interno di Palazzo dell’Aquila: 7 le schede bianche, 1 a favore di Elisa Marino, 9 per Giorgio Mirabella che da oggi quindi presiederà l’organismo consiliare.
“Oggi la sesta commissione, nonostante i tanti e in alcuni casi maldestri tentativi della maggioranza consiliare di accaparrarsi anche questa posizione, ha il suo presidente” dal neo presidente. E’ quanto ha dichiarato, nell’immediato, Giorgio Mirabella, il quale rileva due cose. “La prima è la dimostrazione della compattezza della minoranza che, seppur composta da diverse aree e provenienze, è riuscita a far quadrato sulla proposta di mia candidatura. Un ringraziamento va ai consiglieri di minoranza che sin dall’inizio hanno creduto, e messo in pratica, il principio che un progetto condiviso può essere vincente, nonostante si abbiano estradizioni politiche differenti. Il secondo passaggio che mi sento di dover sostenere è di natura politica. Non sempre i numeri possono avere ragione su tutto. Il Movimento Cinque Stelle con la sua schiacciante presenza in aula ha sempre e costantemente relegato le minoranze in un angolino, non cedendo al dialogo o alla possibilità di un raccordo interpartitico. La sesta commissione avrà il valore aggiunto di nove consiglieri che, in modo unanime e coeso, lavoreranno per valutare di volta in volta le proposte dell’Amministrazione e per porre in discussione anche atti e proposte di iniziativa propria, come previsto dal regolamento. Spero che il braccio di ferro che sinora ha caratterizzato questo organismo consiliare, si possa considerare una parentesi chiusa e che si cominci a lavorare in modo costruttivo e propositivo”.