“E’ continuo, costante e, il più delle volte, inutile, far sempre valere la forza dei numeri senza prendere in considerazione proposte e iniziative, che giungono dalle opposizioni, e che potrebbero essere degne di nota. Ancor più grave è non tenere conto di dettami e regolamenti che vigono in Consiglio comunale, e non sono opinabili”. E’ l’esternazione del consigliere comunale di Idee per Ragusa, Giorgio Mirabella, rispetto l’ennesimo scontro di natura politica registrato in consiglio comunale nella seduta del 22 ottobre, a cui si aggiunge il forte diverbio avuto già nella serata precedente.
“Le sedute del Consiglio comunale, come quelle all’interno di commissioni o conferenza dei capigruppo, non sono più motivi di confronto, anche partendo da divergenti vedute, diventano soltanto motivo di scontro serrato che non porta ad alcunchè, se non ad approvazioni a suon di maggioranza numerica dei pochi atti che vengono prodotti. A questo, che alcuni potrebbero dire essere il ruolo che spetta alla maggioranza, si aggiunge il costante calpestio di regole che determinano il vivere civile di ciascun consesso. Un esempio per tutti, è l’assenza dall’aula, lo scorso lunedi, per sostenere una causa giustissima quale la protesta delle mamme degli studenti disabili, ma che poteva ugualmente essere argomentata mettendo il Consiglio nelle condizioni di insediarsi, e poi recarci tutti insieme (perchè in questi casi non ci sono appartenenze politiche vorrei ricordare) a dare la nostra solidarietà, come organismo istituzionale e non singolo partito politico. Addirittura la stessa visione da me prospettata è quella palesata, a mezzo stampa, dal movimento Città, notoriamente componente della maggioranza consiliare. Ciò vuol dire che quello che sto dicendo, non è la valutazione di un consigliere di opposizione, ma di un comune sentire. Questo esempio, anche se per differenti modalità e metodiche, si è ripresentato nella seduta di ieri in sede di discussione del Regolamento per il servizio idrico. Scontri su scontri sugli emendamenti, sulle differenti posizioni, su costanti provocazioni, rendendo irrespirabile l’aria all’interno dell’aula, e spesse volte anche ricorrendo a metodi e atteggiamenti che rasentano l’istigazione ad agire per le rime. Siamo ai primi mesi di questo nuovo Consiglio comunale, e già tutto diviene terreno di scontro, senza peraltro produrre un granchè. Il Consiglio non viene messo nelle condizioni di produrre e dare un apporto al ruolo che in tanti ci hanno assegnato. Invito, dunque, il presidente del Consiglio, Giovanni Iacono, a mettere all’ordine del giorno della prossima conferenza dei capigruppo la discussione su un metodo etico che tutti i gruppi dobbiamo darci, come una sorta di codice di autoregolamentazione al quale non si può derogare per rispetto del ruolo che ciascuno di noi svolge e che tutti devono tenere in debito conto”.