Sapevamo già che erano politicamente incompetenti e sapevamo anche che non avevano idea di come governare Ragusa. Sinceramente non immaginavamo che si arrivasse fino a questo punto. Governare Ragusa non è del resto come gestire qualche pagina internet e non è nemmeno organizzare qualche spettacolino estivo distribuendo i contributi tra l’altro solo agli amici. Governare Ragusa è cosa difficile e complessa, e lo è a causa dei trasferimenti statali e regionali sempre più esigui e a causa della mancanza di liquidità, aspetti, come tutti ricorderanno, denunciati tra l’altro dall’ex sindaco Nello Dipasquale e che furono motivo di rottura proprio con il suo partito. Difficoltà che hanno tutti i Comuni d’Italia, sia chiaro, ma su cui proprio l’assessore al bilancio di un ente pubblico come il Comune, è chiamato a fare il suo dovere, cercando risorse per la città e soluzioni per i problemi della collettività. Un ruolo delicato che oggi viene invece non assolto nel modo adeguato a causa di chi non ha, evidentemente, la benché minima idea di cosa sia la vita amministrativa di un Comune. Un assessore che, nonostante sia aiutato da un esperto che paghiamo tutti noi cittadini, non è ancora riuscito a portare un minimo di bozza del bilancio di previsione, lasciando una città intera in dodicesimi. Ed invece di saper interpretare quel ruolo delicato a cui è chiamato un assessore al bilancio, che dovrebbe dunque saper collaborare con tutte le forze politiche per cercare di trovare le risorse, fin dal primo giorno il caro assessore Martorana si è messo a fare il bravo scolaretto mostrando però solo arroganza e presunzione, parlando a vanvera e in modo frettoloso di numeri sparati alla rinfusa, arrivando a dire perfino delle castronerie come i mutui acesi per fare le rotatorie, nulla di più falso. Caro assessore al bilancio, il Comune di Ragusa non è un Comune in dissesto, non è in pre-dissesto e non ha mai fatto anticipazioni di cassa. La storia delle bollette che adesso tira fuori è davvero tutta da ridere. E’ ridicolo, sciocco e politicamente puerile il tentativo di far passare il messaggio che al Comune di Ragusa non si pagavano le bollette e che anzi, cosa ancor più grave, si tenevano nascoste nei cassetti per motivi elettorali. Se le bollette non vengono pagate i Comuni rimangono al buio, proprio come accadrebbe alla casa privata dell’assessore se non pagasse le bollette. Forse era intento a formarsi al Nord Italia ma gli ricordare l’esempio del Comune di Catania e quello più vicino del Comune di Modica, dove la società elettrica ha provveduto a tagliare le utenze, cosa che non è accaduta a Ragusa. Assessore, allora la smetta di fare campagna elettorale. E’ finita la campagna elettorale, adesso governate voi e alibi non ce ne sono più visto che sono passati parecchi mesi dal vostro insediamento e in città c’è un malcontento generale. Fondi non ce ne sono adesso e non c’erano prima. Ed allora piuttosto che perdersi nelle polemiche, si occupi di trovare risorse come ha fatto la precedente Amministrazione che ha recuperato fondi extra bilancio comunale per i parcheggi, per le scuole, per piazza Libertà. Invece di continuare a fare propaganda, porti una bozza di bilancio aprendo il confronto con tutte le forze politiche perché come lei, se lo ricordi caro assessore, anche il resto dei partiti rappresenta elettori e cittadini ragusani. Il ruolo di assessore al bilancio è quello che deve portare avanti una persona equilibrata, uno che quando parla non spara a casaccio visto che si tratta di questioni delicate da sviluppare con cognizione di causa. Se non sa gestire questo ruolo, la preghiamo vivamente di dimettersi da parte in modo da affidarlo a chi è politicamente più serio. Del resto, vale la pena ricordarlo, non si è certo aspettato il caro assessore Martorana per occuparci della problematica dei consumi energetici, questione attenzionata dall’Amministrazione uscente che ha individuato nell’energy manager la figura cui demandare la gestione e il monitoraggio dei costi energetici e dei contratti di fornitura. Si e’ operato attraverso la Consip, la centrale acquisti delle pubbliche amministrazioni, individuando di volta in volta i migliori contratti per l’ente, così come previsto dall’art. 26 della legge23/12/1998 n.488 e s.m.i.. Questo è accaduto fino all’ottobre 2009. Dal 2010, a seguito di mutamenti contrattuali dovuti al mercato, si è abbandonato il sistema di convenzione per procedere al pagamento dietro la presentazione di fatture e dopo la verifica da parte dell’energy manager. In questo modo le fatture sono state controllate una ad una, fatture che dai gestori sono state però trasmesse in ritardo, talvolta anche due anni dopo dalla reale annualità di competenza, creando nei fatti un appesantimento del lavoro degli uffici comunali con emissioni delle relative note di credito, facendo di conseguenza slittare la chiusura dei procedimenti di spesa. I costi hanno risentito dell’aumento delle accise con conseguente incremento a posteriori dei consumi fatturati. La problematica è stata valutata più volte in sede di controllo di gestione, investendo anche su fonti energetiche alternative, come il fotovoltaico nelle scuole, secondo attività che ci si augura possano completarsi a breve. A fronte di queste motivazioni tecniche, assistiamo invece ad un assessore che si inventa bollette tenute appositamente nei cassetti. Si lancia nella sterile polemica piuttosto che adoperarsi nella redazione di un piano dei pagamenti previsto dalla legge (artt. 1,2,3,5 del d.l.35/2013 e successiva legge di conversione 64/2013) da adottare e pubblicare sul sito internet nella sezione trasparenza con data fattura, importo, ditta creditrice e data presunta del pagamento. E del resto, a ben guardare, sembra ridicolo che l’Enel, o chi per essa, abbia atteso dal 2009 il pagamento di 10 milioni di euro. La città sarebbe già da tempo a lume di candela.