“Un autogol senza precedenti. Nel tentativo di bloccare l’azione delle minoranze, nei fatti il Movimento Cinque Stelle, ha tentato di svuotare il ruolo del consigliere comunale, causando un danno anche a ciascuno di loro”. E’ la valutazione a bocce ferme del consigliere di Idee per Ragusa, Giorgio Mirabella, rispetto a quanto consumato nella seduta del consiglio comunale di lunedi 14 ottobre in occasione della proposta di sburocratizzazione, articolata dalla consigliera Migliore.
“Sono stati troppo i passaggi che ci hanno indotto a pensare che si voglia minare la democrazia e il normale agire dei consiglieri. Quelli di minoranza, in particolare, devono compiere opposizione costruttiva, ma anche attività di vigilanza, altrimenti la nostra funzione, in aula, sarebbe superflua. In conferenza dei capigruppo le condizioni sulla proposta in oggetto sono state differenti tant’è che il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Tringali aveva confermato la disponibilità a discuterla in aula. In Consiglio, invece, la stessa proposta è stata totalmente stravolta con un emendamento, assegnando, con la forza dei numeri, tale compito di revisione dei regolamenti comunali alla Giunta piuttosto che al Consiglio, o alla commissione di studi di cui si era anche parlato. Voglio sottolineare che, nonostante tale votazione, credo che non esista nel regolamento un divieto che impedisca a un consigliere comunale di chiedere di discutere in Commissione, qualunque essa sia, purchè pertinente alla tematica affrontata, la modifica di un regolamento. Dunque io procederò in tal senso. Ma vado anche oltre. Qualunque modifica al regolamento che verrà esitata dalla Giunta, necessariamente, prima di approdare in aula, dovrà compiere un passaggio nelle Commissioni di riferimento, dove l’organismo potrà procedere con eventuali proposte di emendamento, correzioni, ulteriori approfondimenti e via dicendo. A questo punto, verrebbe da pensare: ma non si farà un doppio lavoro, la giunta da una parte e la commissione dall’altra? Invece sarebbe bastato far lavorare la Giunta su atti che speriamo di vedere a breve in Commissione e in aula perchè al momento languono, e lasciare la modifica dei regolamenti alla commissione di studio. Pare si sia talmente accecati dalla forza numerica e dalla voglia di relegare le opposizioni in un angolo, che si perda alcune volte in buon senso di un’azione amministrativa. A meno che, e in tal caso compiamo da subito un passo indietro, il diktat non sia venuto dal meet up pentastellato, che pare essere l’organismo supremo, e occulto, di Palazzo dell’Aquila. D’altronde la storia, seppur recente, ci ha insegnato che quanto viene stabilito in sede di meet up non si discute, sino alle estreme conseguenze, vedasi la questione della sesta commissione, ancora senza un presidente e senza attività da poter svolgere”.