Immigrazione: se ne è parlato con una delegazione dell’Oms

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“Il modello Ragusa si distingue per essere una realtà fattiva”. E’ stata una delle dichiarazioni più sostanziali rilasciata da Francesco Bongiorno, consulente per le politiche di immigrazione dell’Assessorato Regionale alla Salute, nel corso del vertice sul tema dell’immigrazione che si è svolto ieri mattina all’Azienda sanitaria provincia di Ragusa alla presenza di una delegazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’incontro all’Asp, è stato preceduto da un confronto in Prefettura. I componenti dell’Oms stanno compiendo una serie di confronti in tutta la Regione con l’obiettivo di verificare che non ci sia alcuna emergenza sanitaria e lavorare sulla prevenzione in vista dei grandi flussi migratori.  “Il fatto che Ragusa rappresenta, certamente, un modello a cui riferirsi, – ha spiegato il commissario straordinario dell’Asp Angelo Aliquò –  è stato possibile grazie all’impegno che la Prefettura ha sempre dimostrato, sin dall’adozione del Piano Provinciale di Soccorso e Assistenza  in Emergenza sbarchi del 2010. Piano  che ha sancito,  nelle propria essenza,  la realizzazione di una rete tra le istituzioni  ed il volontariato. Una pianificazione che contiene tutte le informazioni relative alle caratteristiche del territorio provinciale interessato agli sbarchi e alla rete di monitoraggio e allertamento.” “La nostra presenza  oggi qui in qualità di un’organizzazione che fa capo a 53 regioni del mondo, –  ha detto  Santino Severoni, coordinatore del programma salute emigrazione dell’ufficio regionale europeo dell’ Oms– non è quella di  svolgere un compito ispettivo  ma,  conoscitivo. Con una situazione allarmante come quella degli ultimi giorni,  non potevamo stare a guardare”. Ultimati gli incontri in Sicilia, la delegazione dell’Oms produrrà un rapporto per sollecitare gli enti locali con delle raccomandazioni tecniche precise. “È importante – ha proseguito Severoni – creare un sistema che sappia affrontare l’ emergenza al di là dei singoli uomini di buona volontà. Accanto ai grossi numeri, c’ è anche la questione del tempo di permanenza dei migranti nelle strutture, le mense che mancano e i centri insufficienti. Ragusa, è una rivelazione piacevole e, infatti,  la conoscenza serve ad elaborare interventi che siano efficaci.”