Una lunga notte di appostamenti all’interno di un’impresa di trasporti alla periferia del capoluogo ha portato all’arresto di tre romeni incensurati, poco più che trentenni, che stavano tentando di rubare il gasolio dai mezzi meccanici. L’operazione, che ha visto l’impiego anche di carabinieri in borghese, è scattata dopo che il titolare dell’azienda nei giorni scorsi aveva presentato denuncia sui diversi e sostanziali furti subiti nelle notte precedenti. Proprio nei giorni scorsi, tra l’altro, in un servizio di controllo i carabinieri avevano fermato una ford station wagon con quattro romeni a bordo che si aggiravano con fare sospetto. Prese le generalità, i carabinieri hanno proseguito i servizi di controllo della zona, sino al blitz di stanotte.
Ogni volta il gruppetto avrebbe portato via poche decine di litri, per un danno che mai riusciva a superare i due-trecento euro. Ma, nel tempo, la sequela di furti ha cagionato una grossa perdita al titolare dell’impresa.
Un quarto d’ora dopo la mezzanotte, i militari hanno notato il fascio di luce di una torcia che apriva il varco a tre giovani armati di taniche e un grosso tubo in gomma. Nel giro di pochi secondi, con un paio di colpi di martello, il tappo di un serbatoio è saltato e i tre hanno iniziato a riempire una tanica. In pochi secondi i tre giovani erano riusciti a travasare nelle taniche quasi cento litri di gasolio. A quel punto c’è stato l’intervento dei militari che sono piombati sui tre. Nel frattempo la pattuglia a supporto, ha individuato la station wagon, all’interno della quale c’erano altre quattro grosse taniche, un piede di porco, una pesante mazzetta di ferro e un grosso paio di cesoie, per tagliare recinzioni, catene e lucchetti. I carabinieri di Ragusa hanno arrestato, in flagranza di reato, i tre romeni incensurati con l’accusa di furto aggravato e continuato in concorso. Il danno stimato è di circa 2.700 litri di gasolio, corrispondenti a diverse migliaia di euro. Non è chiaro se vi fosse un ricettatore per il carburante o se i tre giovano se lo spartissero tra di loro o lo vendessero direttamente ad amici e conoscenti. I tre – fanno sapere dal comando provinciale – non hanno fornito delucidazioni in merito.