Le immagini dell’eccidio di nostri fratelli migranti, avvenuto a Sampieri lo scorso 30 Settembre, così come l’ecatombe di Lampedusa del 3 Ottobre sono state da noi definite immagini da paese in guerra civile.
Pur non cedendo alla facile demagogia, ci siamo interrogati sulle responsabilità dei nostri governi in relazione a politiche migratorie certamente insufficienti a tenere testa a quella che non è più una emergenza, ma una vera e propria lotta per la tutela dei diritti umani più elementari.
Concordando con i diversi operatori del settore, dai volontari delle organizzazioni che si occupano di immigrazione ai preti di frontiera che da anni denunciano l’illegalità e crimini prodotti dalla legislazione attuale in tema di respingimenti in mare e reato di clandestinità – per cui l’Italia è già stata condannata dalla Corte di Giustizia europea.
Ritenendo che tali illegalità e crimini troppo spesso arricchiscono le mafie internazionali attraverso la tratta di esseri umani, non possiamo che aderire con forza alla manifestazione di oggi a Sampieri, organizzata dai sindacati confederali CGIL CISL e UIL, affinché il momento della riflessione e della memoria di queste giovani vite spezzate, che hanno sfiorato la speranza delle nostre coste, sia accompagnato da un forte impegno per ripensare ex novo l’impianto legislativo nazionale, i fondi da reperire per le l’attività di cooperazione con i paesi in guerra civile come l’ Eritrea, i cui dittatori sono troppo spesso in ottimi rapporti coi nostri governi, nonché le politiche di accoglienza in modo tale da metterci alla pari dei paesi del nord Europa, principale meta auspicata dai migranti proprio per la presenza di leggi più adeguate e una vera cultura dell’integrazione come valore su cui investire.
Con questo spirito aderisco convintamente, in rappresentanza di tutto il civico consesso, alla manifestazione di oggi alle ore 18,30 a Sampieri e ringrazio i sindacati confederali per l’iniziativa intrapresa sul territorio.